martedì 3 ottobre 2017

#La Prova

 


V'era un tempo in cui la magia esisteva e la si poteva trovare solamente dentro sè stessi, anzi a voler essere più precisi, si ricercava il potere che derivava dalla magia, e il potere più grande, si poteva ottenere solo in un modo : attraverso la pace interiore.
Ma cos'era poi questa pace interiore, solamente un modo di dire oppure quel ruscello scrosciante che lavava via i pensieri dell'Eremita? Oppure ancora quel cantico intonato dalla Sacerdotessa e le sue consorelle che donava serenità ad un animo altrimenti impuro?
E dalla sommità di quella piramide uno sguardo torvo ma non maligno osservava. Osservava quella carne cercare conforto in qualcosa che mai in quel modo avrebbero potuto sperare di colmare. Ma lasció che fossero loro a decidere, in fondo, proprio questo doveva appurare.

Le mie ali, il mio becco, la mia potenza, la mia grandiosità, nemmeno da questa altezza possono influire e così rimango in attesa.

Il corno suona la chiamata dei prescelti e già l'Eremita pregusta la vittoria. L'aria frizzante che sgorga dalle scintille trasparenti finisce sul suo viso, donando sollievo a quelle scottature dovute alle troppe ore d'esposizione al sole; l'acqua impetuosa del fiume scorre nelle vene del sapiente a dimostrazione della forza che la natura gli ha concesso d'avere.
Sapeva di non dover temere sconfitta ma sapeva anche di non dover cedere all'orgoglio, solo pensava, di dover essere consapevole che poteva avere ogni cosa grazie al potere acquisito; nulla gli mancava, da solo era sopravvissuto a mille intemperie, contro centinaia di bestie, contro la più grande di queste: lui stesso.
E risalí come i salmoni lungo il fiume fino alla sorgente, nuotando tra i flutti, sfiorando le foglie e inarcando la terra fino a tornare subitamente giù, ad incontrare il suo destino.
E così pure si preparava lei, la Sacerdotessa; chè di preghiere ne aveva esaudite tante, una donna d'amore, d'onore e di rispetto ma soprattutto una donna di fede.
Entrambi, avviandosi verso l'ultimo gradino che avrebbe segnato la loro ascesa al potere divino presente in ognuno di noi, ripensavano alla vita appena trascorsa.
Una vita senz'agi, senza aiuti, ma fatta solamente di sacrifici, e così ,sicuri di essere premiati per la loro costanza, si presentarono al cospetto della Sfinge. Il Falco stesso li avrebbe giudicati idonei a diventare dei veri maghi o non ancora pronti.
Ad entrambi La Sfinge rivolse loro una domanda, la medesima, dandogli tutto il tempo necessario a riflettervi per rispondere correttamente.
Il Falco, osservatore della scena dall'alto, sulla testa della statua senza tempo, non si aspettava una risposta qualunque ma la risposta esatta; la risposta che non poteva provenire dalla logica, dal sacrificio e né tantomeno dalle esperienze vissute, ma solamente da ciò che il cuore avrebbe dettato loro in quel preciso istante, e che sarebbe rimasto indelebile se fossero arrivati a capirlo davvero.
Molte furono le risposte che vagabonde nella mente dell'Eremita e della Sacerdotessa, alcune molto argute altre invece semplici, ma tutte non facevano altro che ricondurre all'età nel quale vivevano : un'età medievale colma di magia, di credenze ma anche di superstizioni, contraddizioni, di odio e dolore e quindi di molti limiti.
Un rumore li distrasse. Dalla strada arrivò zoppicante un fanciullo.
Arrancava, il respiro era pesante, e le macchie delle botte ricevute lungo il sentiero da chi non voleva dargli un passaggio o una pagnotta di pane erano ben visibili. Al suo arrivo la Sacerdotessa diede un pezzo di pane azzimo a quel piccolo bimbo affamato dai riccioli sporchi, con occhi spenti ma visibilmente pieni di speranza; e l'Eremita gli portò dell'acqua per dissetare quella bocca asciutta, arsa dal sole e dall'indifferenza delle persone.
Anche quel ragazzino voleva arrivare sulla strada al di là della Sfinge, non perché fosse a conoscenza del suo valore, non sapeva cosa aspettarsi, voleva solo andare avanti. Fù così che la Sfinge pose a lui la stessa domanda che aveva fatto ai due eruditi.
-Ma come- Sospirò la Sacerdotessa. - io ho dedicato tutta la mia vita alla ricerca della pace nel mondo e nel mio cuore.-
-Perché io?!- Rincaró l'eremita. - Io ho rinunciato a me stesso, alla mia famiglia e a tutto ciò che avevo. Perché la stessa domanda viene fatta a lui che non è nemmeno un novizio?!-
Nonostante questi pensieri il loro animo era buono, lo vedeva il falco che scrutava il loro cuore colmo d'amore ma anche di compassione per quel giovanotto maltrattato.
Allorché in quel momento tre persone stavano davanti alla Sfinge: la Sacerdotessa, l'Eremita e il poveraccio. Quest'ultimo però qualche secondo dopo, oltrepassó la sfinge dando l'ultimo sguardo d'intesa al falco.
Dapprima scese un silenzio pesante tra i due eruditi che fu quasi subito riempito da foschi brusii nel loro cuore.
-Com'è possibile sia passato?! Com'è possibile lui abbia saputo rispondere.. ma abbiamo davvero capito la domanda?-,
I due si guardarono attoniti ripensando alla questione posta loro dalla Sfinge: Per oltrepassare questo terreno e divenire qualcosa di nuovo c'è una caratteristica che dovete ancora avere, conoscere ed allo stesso tempo insabbiare, qual 'è?
Sacerdotessa ed Eremita cercano con lo sguardo il ragazzino ch'era appena passato.
Lui si volta sorridendo: vi aspetto, a presto.
E in quel mentre lo vedono per ciò che è. Le tumefazioni son sparite e sembra essersi completamente ripreso . Il suo viso sa di nuovo, di lucente, di pulito e di sereno. Lui è un uomo. Così come leremita, così come la sacerdotessa è una donna. Solamente questo niente di più. Capiscono e rispondono , vergognandosi come non succedeva da molto, molto tempo: il giudizio.
Il falco parve sorridere quando s'alzo in volo permettendogli finalmente di oltrepassare. Indicando loro la strada, lì in alto nel cielo dove tutto era uguale ma diverso.

Per quanto buoni possano essere i nostri intenti non bisogna mai dimenticare che un solo pregiudizio potrebbe compromettere tutto il lavoro di una vita, il giudizio è larma più letale che sfregia tanto chi la usa quanto chi lo riceve.

T.<3

venerdì 4 agosto 2017

"Dea" Una breve #storia ...

Molto tempo fa, quand'ancora eran le stelle a disegnare nel cielo il destino di ogni uomo e di ogni altro essere vivente, e la fortuna come la sfortuna ancora non esistevano tra le credenze popolari, nacque una bambina un po' strana.
Il nome non le venne dato subito, infatti per molti accadimenti da quando nacque a molti anni dopo, non ebbe dei veri genitori. I primi, quelli veri, la abbandonarono sulla porta di un convento dove, le suore troppo povere per prendersene carico, l'affidarono ad una famiglia benestante che la prese con sè solamente per beneficenza mandandola in un orfanatrofio solo un paio d'anni dopo, edi lì, salto in un altro e ancora e ancora.
Ma questa ragazzina con enorme pazienza e bontà d'animo mai si lamentò, e sempre a testa alta con educazione, accettava ogni sgarbo ed ogni sofferenza .
Per questa era strana: perché non picchiava mai pugni sul tavolo imprecando le stelle per la sorte che gli era toccata. Per questo le stelle del cielo disegnarono per lei un nuovo destino, facendole incontrare una famiglia con dei genitori che le vollero bene e la chiamarono, per volere delle stelle, "Dea" un nome che tanto si avvicinava a quegli astri di luce.

venerdì 21 luglio 2017

La Trincea.



La trincea si faceva sempre più stretta perchè colma di corpi, molti già in putrefazione, altri ancora totalmente decomposti, di cui si vedeva chiaramente il bianco delle ossa. 
E i corvi banchettavano.
Erano morti per primi, come sempre, i pochi verdi pensieri. Quelli speranzosi, quelli portatori di lucidità e serenità, arrivavano tardi e morivano quasi subito.
Come in un sogno la mia visuale era dall'angolo più buio, dal quale scorgevo le ombre che assalivano la trincea. Non c'era fucile, non c'era granata che potesse distruggerle, solamente una ferrea volontà che al momento mi mancava; così almeno la pensavo io, ma qualcuno, aveva il coraggio di dirmi il contrario, di dirmi che doveva andare così e che essere forti non sarebbe bastato.
Dava l'idea di una fossa comune, e come tale, non veniva mai svuotata da quei corpi che prima erano così lindi, colorati, vivaci, allegri che parevano non potersi spegnere mai, ma invece si dimostrarono fugaci: troppo per essere vissuti come meritavano.
Nei momenti in cui mi rendevo conto di tutte quelle salme mi veniva il dubbio di stare sprecando, di comportarmi da egoista e di combattere contro me stesso; ed ecco, che proprio in quei momenti ritornava: Spuntava pezzo dopo pezzo, macchia dopo macchia, dal crinale della trincea una figura tremolante ma distinguibile. La mia. E mi assaliva. E mi torturava con lunghi artigli oscuri...

giovedì 6 luglio 2017

Luglio.



Prima ancora di divenire un mese ricco di storia e così importante, luglio, aveva un altro nome. Un nome comune, anzi un numero: V .
Perché quello era anche il suo ruolo, inizialmente infatti era il quinto mese dell'anno.
Solo una semplice identificazione, ed era l'unico ad averla. Gli altri mesi si fanfaronavano tra le loro più improbabili, ma purtroppo vere ed incredibili storie, su come fossero nati e, fu in una di quelle serate attorno al fuoco, quando più si sentiva solo, che Quinto prese la decisione di costruirsi un nome, e così una storia, una leggenda tutta sua.

sabato 24 giugno 2017

100°Post.Sulla Via. Wblog. (Seconda parte.)




Ed è proprio a questo racconto che punto, voglio puntare tutte le mie fish. Tutti i miei ricordi, le mie esperienze.. le mie speranze. Ecco il collegamento quindi alla prima parte:
La conoscenza non è che un soprabito e, se non se ne prende atto, rimane solamente motivo d'offesa ed egocentrismo. La parte più complicata non è affatto, come potrbbe sembrare, immagazinare nuove informazioni, ma comprenderle a fondo; farle entrare nel propio essere fin quando, dopo molto esecizio, le parole, gli insegnamenti ricevuti, non fluiscono dalla mano alla penna fin sul foglio, come un fiume, sì in piena ma con una potenza ben direzionata. Perché si sa dove andare.
Amo veder correre la penna ad inchiostrare quel foglio bianco che aspetta solamente io lo renda realtà attraverso il mio racconto. Questa è la mia strada, la mia presa di coscenza. Certo, avere il blog è stata per me una prova, la prova del nove; e ora mi sento pronto per dare tutto me stesso a quest'impresa, per tale motivo ho deciso che il blog passerà in secondo piano . Non lo tralascerò di certo, anzi, troverete il consueto post settimanale, ma nn posso assicurare che saranno più di uno perché tutte le parole e le conoscenze che ho da usare, le metterò a disposizione del mio libro, di quelle pagine che aspettano solamente il punto.
Vi ringrazio per avermi seguito in un altro viaggio attraverso i vicoli pensierosi della mia mente, spero solo di non avervi tediato ma anzi, di avervi dato una maggior consapevolezza di me , dell'importanza che troverete nel mio racconto.
E con questo CENTESIMO post vi saluto e mi auguro di rivederci al più presto!!
T.<3

mercoledì 21 giugno 2017

Sulla Via. Wblog.



La conoscenza è un soprabito. Artifiocioso s'intende. Perché? Beh, ma è semplice…
Questo è stato un anno ricco di esperienza e di ricordi, ovviamente parlando in termini di anno scolastico, da settembre a giugno; non perché frequenti ancora le scuole alla mia età, no di certo, ma come saprete ho intrapreso un percorso di studi non indifferente, nuovo sicuramente alla maggior parte delle persone.
É stato un periodo pieno di prove. Ogni giorno c'era un nuovo ostacolo da superare, ma nel mentre non ho mai smesso di pensare a questo blog sebbene io abbia preferito dare la precedenza agli esami di grafologia per quest'anno. Certo, non scrivere per così lungo tempo è stato un dispiacere e sinceramente, anche un po' uno sconforto, però posso dire di avere molte più cose esperienze da raccontarvi che sicuramente metterò sotto forma di racconti; ma siccome so che in alcuni c'è la curiosità di conoscermi un po' di più, per ora rimando a un altro giorno queste storie e torno a raccontarvi di me. Devo dire che non sono pienamente soddisfatto uscendo con la media del 30, certo dovrebbe bastarmi, ma come sapete sono abbastanza complicato e, da persona eclettica quale sono , ho bisogno di molte più soddisfazioni nella vita; soddisfazioni che non hanno a che fare con un ottimo voto ma che anzi richiedono molto più impegno. Mamma mia che negativo e palloso!! direte voi, no, mi piace semplicemente essere chiamato realista e credo che la conoscenza non sia niente senza: la presa di coscienza per questo l'introduzione che avete trovato in questo post, una frase che traduce completamente il mio status.
Ma cosa c'entrerà poi con lo scrivere direte voi, beh seguitemi nei meandri oscuri della mia mente e capirete dove voglio arrivare.
In questo percorso ho conosciuto le persone più disparate che per desiderio personale, oppure soprattutto come integrazione alla propria professione già affermata, hanno desiderato intraprendere gli studi di grafologia. Ho incontrato avvocati , insegnanti , psichiatri ma anche logopedisti, fisiatri, gemmologi! Insomma di tutto e di più e, grazie a questi incontri mi sono accorto di una cosa: per quanto i loro studi siano stati così lunghi e complessi, non gli sono mai sembrati così complicati come quelli della grafologia. Infatti, la grafologia non ti permette solamente di conoscere la personalità altrui , è prima di tutto un lavoro personale, intimo. La grafologia non è solo una materia di studio, non è solo scienze, è quell'amante che può essere tanto dolce ed amorevole quanto testarda e d egoista. Non è solamente un mezzo, uno strumento o un lavoro, ma un abisso di emozioni, di sentimenti e di capacità personali non ancora sviluppate.
Per questo motivo molti alunni, nonostante i loro precedenti studi impegnativi, hanno mollato, o non hanno passato l'anno o magari ce l'anno fatta ma arrancano: Perchè non si tratta di studiare, d'imparare a menadito, ma di mettere da parte quel soprabito ch'è la "conoscenza" e prender di petto la vita grazie alla presa di coscienza. Grazie a questa, con solo il mio misero diploma posso finalmente ambire a molto, molto di più, e non parlo dei soldi o della fama. La grafologia vissuta come presa di coscienza , mi ha fatto capire quanto sia importante non tradire prima di tutto se stessi, le proprie passioni, i propri fervori. Mai spegnere quel fuoco chè il desiderio d'espressione di sè. Ed è per questo che mi rimetto sulla via, sulla via del mio racconto, che altro non è se non la mia vera storia...
A venerdì con la seconda parte!

T.<3

mercoledì 7 giugno 2017

ToWriters.13 Gli Effetti A Sorpresa.

 
Abbiamo seguito sino ad ora, diversi punti che riguardano la stesura di un racconto, attraverso l'utilizzo di diverse sfumature; ma non abbiamo mai parlato specificatamente degli: effetti speciali. Ovviamente come scrittori non possiamo parlare di luci soffuse o di esplosioni di bombe o quant'altro che riguardi l'ambito cinematografico, ma dobbiamo comunque sorprendere il lettore con qualcosa d'insolito, di nuovo, qualcosa di inaspettato.

giovedì 1 giugno 2017

L'inafferrabile essenza divina. (Anno Domini. 2025)

 
Ho la mia età, non è un dispiacere ma potrei trarne un vanto. Oramai chi arriva a quest'età non può dire d'essere totalmente vero.
I nipoti deridono la mia reticenza nel farne uso, ma io sono fatta così: semplice e con ancora nel cuore quei prati verdi, quelle montagne alte dalle cime innevate, o ancora il mare calmo oppure mosso; ma soprattutto quell'amore che non si scorda mai, quell'amore che mi ha cambiato e al quale promisi di non cambiare mai.

venerdì 26 maggio 2017

ToWriters.12. L'attenzione selettiva.


Ciao a tutti! Oggi per la rubrica To Writers, agli autori, propongo un tema diverso dal solito, che  rientra nelle cose di cui tener conto mentre scriviamo.
Chi di voi ha mai studiato psicologia o comunque la psicoanalisi sa di cosa parlo già leggendo il titolo. l'attenzione selettiva è appunto quando poniamo la nostra attenzione al singolare. Vale a dire: mentre scriviamo siamo così concentrati nel mettere su carta quel dato fatto o momento della nostra storia, che non sempre riusciamo ad inserirlo nel modo corretto affinché sia ben legato al tutto; siamo troppo concentrati a scrutare il singolo dettaglio sfocando così tutto ciò che ci sta intorno, non è semplice osservarlo come componente di un quadro più ampio. È disfunzionale per uno scrittore avere questa attenzione selettiva. Abbiamo già parlato di punti di vista i quali devono essere molti e diversi ma non si tratta solo di questo. Diciamo pure che fa parte di quel post, ma voglio darvi un'ottica diversa, appunto quella dell'attenzione. 

martedì 23 maggio 2017

#Maggio

 

Un tempo le stelle e tutto il firmamento non erano altro che puntini di una grande coperta che poteva prima o poi caderti sulla testa distruggendo il mondo. Alcuni altri invece credevano fossero delle lance infuocate, che gli Dei avrebbero prima o poi scagliato su di loro in caso di mancato rispetto al loro pianeta Terra. Ma solamente una civiltà, attribuiva a questi astri un'importanza fondamentale nella loro quotidianità.
Per loro erano come delle guide durante la notte più buia, erano come la bellezza di un quadro che non svanisce mai che non sfioca mai. Una bellezza dinamica dai colori sempre vivi.
Per molto tempo fu e rimase una civiltà poetica che ammirava le stelle; nelle loro giornate si alzavano presto e tributavano gli dei perché gli mancava una sola cosa per essere felici: che il capo villaggio avesse un figlio per poter mantenere a lungo la cultura del loro piccolo popolo.
E così pregavano le stelle di dargli una nuova creatura che potesse governare, e una sera, quando tutti erano riuniti nella preghiera della buonanotte, una stella parve cadere dal cielo; luminosa, incandescente e bella come nessun'altra . Si lanciava verso la Terra , verso di loro sempre più veloce e poi, quando per un attimo gli abitanti del villaggio ebbero paura, parve scomparire appena sopra le loro teste.
Impressionati da questo evento, gli abitanti del piccolo popolo, si coricarono pieni di meraviglia e di stupore, ma soprattutto pieni di domande.
Finché il nuovo giorno non fu salutato da un grido di gioia : la sposa del capo villaggio presto avrebbe avuto un figlio.

venerdì 19 maggio 2017

#Aprile



Nacqui in un mondo pieno d'insidie. Nacqui per un sentito, per un'emozione che ancora non aveva un nome. Ancora oggi non so se ritenere la mia nascita come un peso, una responsabilità o semplicemente come estensione dell'amore.
Ma per capire il mio dilemma dobbiamo fare qualche passo indietro.
Mi sentivo floscia, fluttuante e verde.E infelice. Non potevo far altro che guardare tutto il santo giorno quella superfice cristallina sopra il mio petalo più alto. Ero l'unica abitante di quel luogo , ma moltissimi erano i passanti: tutti uomini.
Clang clang era il umore che facevano. Tutto il giorno a combattere con le loro spade ed asce, per contendersi un inutile pezzo di terra. E il tempo si muoveva accanto a me, mentre le battaglie infuriavano e le vite di quegli esseri si spegnevano io sopravvivevo.
Diventando a volte gialla di paura, altre verde di rabbia e altre ancora raramente, diventavo tutta rossa per quella sporadica visita di un uomo che mi ammirava dal bordo dello stagno. Ecco perchè volevo di più di quella vita banale. Volevo andare ad accarezzare il volto di quell'uomo che non era vestito principescamente, era tutto emaciato, ma aveva dei grandissimi occhi dolci che trasparivano tutta la sua capacità d'amare rispetto agli altri suoi simili. Un desiderio al di là della mia portata.
E poi venne quel giorno. Non potrei mai dimenticare la gioia di quell'uomo mentre distoglieva lo sguardo da me, per posarlo su di una fanciulla che si fece timidamente avanti fino al bordo del mio stagno. 

lunedì 15 maggio 2017

Wblog.4. Distanza forzata.



È stato difficile lasciare ma è altrettanto difficile ricominciare; rientrare in questo vortice di pensieri, esprimere così il mio sentimento nelle mie storie e quindi il mio stile di scrittura.
In questo mese mi sentivo sempre più lontano dal mio blog, avete presente la sensazione di vuoto che vi lascia quella storia romantica in pausa? Perché così la definisco io la mia storia con il blog:una storia romantica di profonda amicizia. Io e "lui", abbiamo condiviso con voi tutto noi stessi, lasciando una parte di noi l'uno all'altro. È romantico ma allo stesso tempo drammatico. Soprattutto perché nella vita si hanno delle aspettative per il quale si dev'essere davvero ottimisti affinchè si realizzino; ci vuole molto impegno.

mercoledì 5 aprile 2017

L'affinità tra lettore e personaggi. ToWiters.11.



Il soggetto più semplice da identificare all'interno del nostro racconto è sicuramente il protagonista, il quale spesso, si identifica come l'eroe.
La cosa più complicata però, è far identificare il nostro lettore nel protagonista. Il lettore ha infatti il bisogno di sentirsi affine a questa figura, nel quale spesso il sentimento che si ha in comune è il dolore. Certo, ovviamente dipende anche dal tipo di romanzo che il lettore sceglie di comperare, se si prenderà un rosa avrà in comune con l'eroe protagonista tanto amore da dare, o magari acidità e risentimento verso uomini poco gentiluomini… comunque sia , lo scrittore ha il compito di trovare quelle emozioni che ricreino, che descrivino, sentimenti di tutti i giorni; non ci si deve di certo accontentare, ma bisogna come sempre mantenere vivo il sentito del lettore verso tale personaggio. Questo si può fare facilmente attraverso l'aggiunta del cosiddetto antieroe , che può essere sia persona sia oggetto.

venerdì 31 marzo 2017

Come nacque la punteggiatura. (Racconto breve)



C'era una volta uno scrittore, e tra le parole del suo scritto correva veloce ed invisibile un punto, che si fermava ogni volta in cui lo scrittore doveva cambiare argomento o fare una lunga pausa, solo in quei momenti tornava visibile. In tutto quel fiume di parole il punto si sentiva solo, a volte abbandonato e spesso non sapeva dove stare. Di solito stava tra una frase e l'altra ma, in quelle frasi potevano esserci decine o centinaia di parole: uno spazio per prendere un respiro davvero non c'era. Lo scrittore non poteva di sicuro descrivere un oggetto o una persona facendo una lista della spesa con gli aggettivi! Come fare!? Come fare? 

martedì 28 marzo 2017

ToWriters.10 Perché scegliere (ancora una volta) il formato ebook.


Voi lo sapete, io sono un inguaribile romanticone perciò, con questo titolo, sicuramente non voglio sminuire il formato cartaceo anzi, per chi come me snifferebbe la carta ogni volta che apre il libro, purtroppo e forse no, sta prendendo piede l'utilizzo di libri in formato elettronico.
Adoro avere vecchi volumi , vecchi libri o anche i nuovi libri in formato cartaceo, ma ci sono dei limiti a questo formato, limiti che superano di gran lunga buon odore della carta.
Questo è il secondo post in cui parlo di ebook per sostenere la scelta di tutti quelli che come me, per cause di forza maggiore ( economiche) fanno la scelta di pubblicare online, come self publisher. Questo è il più importante vantaggio di tutti e comporta ovviamente anche minor spreco di carta . Voglio cominciare a parlarvi di questo formato e dei suoi vantaggi, come autori e come lettori, e come persone bisognose di interazioni, attraverso una curiosità : Anthony Zuiker nel settembre del 2009 pubblicò un libro dal titolo Dark origins, che include spezzoni di filmato accessibili in rete attraverso i codici scritti nel suo libro in formato cartaceo. E' uno dei primi esempi dell'utilizzo dei canali multimediali con le prime forme di ebook. Da allora fino ad ora, il testo continua a costituire la parte più importante, la colonna portante dello scritto; il quale però viene integrato con contenuti multimediali come link, immagini, oppure ancora condivisioni.
Un altro esempio possiamo ritrovarlo nella figura di Theodore Grey, un divulgatore scientifico che creò per l'iPad un libro di chimica totalmente interattivo. Trattasi di una tavola periodica sul quale ogni elemento che veniva toccato dall'utente, si trasformava; si poteva manipolare e visualizzare poi in 3D.
Questo per esporre un'altra grande differenza tra il formato elettronico e il formato cartaceo: l'interazione che il lettore può avere con il nostro link con il nostro ebook .
Sarà ancora più semplice attraverso le interazioni di diverso tipo, far sì che il lettore si senta parte della nostra storia e possa condividerla come una propria esperienza personale.
Posso anche quindi considerare gli ebook come una sorta di messaggio, dall'autore al lettore, in una specie d' interazione social come Facebook, con la differenza che questo messaggio sarà molto più lungo con un senso e un intreccio molto più complicato. Un messaggio che ti può emozionare, che ti può toccare nel profondo, che ti impaurisce, che ti mette soggezione, o che al contrario, ti fa addirittura piangere per la sua dolcezza.
Per questi motivi hai l'opportunità di tenerlo sempre con te, di portarlo in giro, di leggerlo e rileggerlo dove, come e quando vuoi : in autobus, al bar, a ricreazione, nei momenti buchi di lavoro o in qualsiasi altro momento della tua giornata in cui ti annoi e hai bisogno di cibo per la mente; e se non hai l'ebook reader non importa, ci sono i tablet o l'iPad ,e se non hai nemmeno questi non disperarti perché ci sono i cellulari e l'ebook è può essere letto su tutti questi dispositivi.
Un'altra cosa che mi mancherebbe leggendo un ebook piuttosto che il formato cartaceo, è di poter apporre il segnalibro perché io odio perdere la pagina. Il fatto è che pur non essendo tangibile, anche nell' ebook puoi inserire il tuo segnalibro, anzi ormai, gli e-reader lo fanno in automatico riportandoti alla pagina in cui eri arrivato. Semplice no?!
Ma non è l'unica semplificazione. Infatti un'altra cosa che non sopporto, (mamma mia quante sono XD) è rovinare i libri con le sottolineature, una cosa per me di grande sconforto visto che tanti passi mi piacerebbe ricordarli; beh con un ebook puoi sottolineare tutto ciò che vuoi, per di più senza rovinare niente.
La tecnologia non si è fermata questo. Ora ci è possibile decidere di condividere le nostre sottolineature e momenti preferiti dello scritto attraverso Facebook Twitter, o qualsiasi altra piattaforma di social, inoltre possiamo vedere in tempo reale, le sottolineature di tutti gli altri lettori dello stesso racconto. Inoltre, in un futuro prossimo, molto ,molto vicino a noi, ci sarà anche la possibilità di interagire attraverso dialoghi popoup in tempo reale, per discutere di uno di questi passi da noi sottolineati, con tutti coloro che lo stanno leggendo in quel momento.
Il libro non è più solo un momento solitario di relax o di curiosità, certo lo può essere ancora ma la decisione è soggettiva, questi momenti infatti potranno anche essere condivisi e lo trovo un utile metodo per far tornare moltissima gente a leggere, ad acculturarsi, perché ultimamente la lettura viene vista forse come un rito di passaggio per i giovani, o come momenti di relax che nessuno crede di poter avere perché troppo impegnato nella vita.... ma la lettura è una cosa che si può assaporare in ogni momento della giornata, e bisognerebbe sempre prendersi almeno mezz'oretta per leggere perché ogni tanto, fa bene dar da mangiare anche alla nostra mente piuttosto che solamente al nostro alla nostra pancia .

T.<3

venerdì 24 marzo 2017

Marzo, personificazione di Marte.


Lo sapevate che Marzo è, per l'antico calendario romano, il primo mese dell'anno?! Beh, sappiate anche che è un gran frignone. Il mese più capriccioso e volubile di tutti.
Nasce proprio come frutto di un capriccio. Ma andiamo per ordine.
V'erano, un tempo molto lontano, esseri divini che tutti noi abbiamo sentito nominare almeno una volta. Giunone e Giove facevano parte di questi, ma, possiamo supporre che appartenessero alla casta più "pura" di questi Dei. Una purezza, che si sa, si perde facilmente con la gelosia di mezzo.
Giove infatti da vita ad una nuova creatura divina :Minerva. Questo è per Giunone un enorme affronto, che controbatte creando Marte. La personificazione di questo mese.

martedì 21 marzo 2017

ToWriters.9. L'obiettivo e la sua realizzazione.



Con questo post voglio trattare gli strumenti che l'autore deve ASSOLUTAMENTE utilizzare per arrivare al finale del proprio romanzo, in maniera completa , ponderata e pensata in ogni dettaglio.
Questi strumenti non sono altro che un insieme di fattori che già coesistono all'interno di uno scritto; i personaggi con le loro azioni, il luogo , il tempo e lo spazio di cui parlavamo nel precedente post, la scelta della persona (prima o terza), insomma, la totale struttura narrativa di ciò che vogliamo scrivere.
L'insieme di questi strumenti è definibile come : strategia dell'autore. La strategia è la linea d'azione che ci guiderà , nel mentre della scrittura, a fare le scelte giuste per rimanere coerenti ed ottenere un buon risultato a livello narrativo e di credibilità. Dico questo poichè spesso si confonde l'originalità di una storia o la capacità di scrivere, con la credibilità che si arriva a dare al lettore, e questa è ovviamente importantissima!
Un chiaro esempio: Decidiamo di scrivere un romanzo partendo però in quarta, come carri armati e come non ci fosse un domani. Le prima 50 pagine saranno un concentrato di pensieri e azioni svolte in uno sfondo e con una scrittura comica, le seguenti pagine invece saranno completamente diverse, dando l'idea di un romance drammatico. Ecco, da questo esempio, possiamo dedurre che tutto ciò al lettore scombinerà la storia, in quanto, ognuno del nostro pubblico dall'inizio del nostro scritto, creerà un legame con esso (Spesso coincidente con la soggettiva realtà) , tale legame NON PUO' E NON DEV'ESSERE SPEZZATO.

Arrivando al dunque, come creiamo e manteniamo la coesione degli strumenti attuando così una strategia?
Prima di tutto bisognerà stabilire un principio a cui ci atterremo lungo tutto il percorso di scrittura, ovvero, qual'è il senso che vogliamo far avere al nostro pubblico e quali parametri utilizzeremo. Per chiarire: se decideremo d'essere ironicamente contraddittori dovremmo esserlo fino alla fine, così come se si tratta di un romanzo storico, non possiamo passare da un racconto in prima persona ad un documentario scritto.
Ogni elemento narrativo quindi dev'essere basato sul nostro principio di sfondo, fino al raggiungimento dello scopo. E questo permette di arrivare al secondo punto della questione: La coesione degli elementi.
Tale collante altro non è che la logica espressa nel nostro scritto. Decidiamo di raccontare in prima o in terza persona? Dando quale tono alla vicenda e come mescolo gli eventi all'interno del romanzo? Perchè mescolarli in tal modo piuttosto che nell'altro? Il collante possiamo trasferirlo su carta come personale mappa concettuale. Uno strumento che ci sarà inizialmente, davvero di grandissimo aiuto.
Detto questo c'è da sottolineare che, molto spesso, durante la stesura di un racconto, nuove idee ci sembrano andar ancora meglio, la creatività galoppa e nuove figure vorrebbero entrare in gioco! Beh, queste non vanno mai messe da parte solamente perchè ho già la mia traccia, anzi la creatività e la flessibilità per uno scrittore sono importantissime; quindi non dobbiamo far altro che trovare il legame giusto, nel senso di coerenza , e aggiungere. 

giovedì 16 marzo 2017

Tanti Auguri, Buon 1° anniversario UnVialeAlberato!!!




Questo bebè inaspettatamente compie un anno. Dico inaspettatamente, perchè mi pare sia nato da appena qualche mese. Non credevo il mio interesse, la mia passione si approfondissero e si sviluppassero fino a tal punto.
Nel Marzo 2016, con il primo post, dò vita a questo mio piccolo blog, il salotto di lettura, scrittura e pensieri a confronto, come lo chiamo io.
Questo metaforico luogo di rifugio mi ha regalato moltissime emozioni, soddisfazioni e anche insolite ma belle amicizie.
Ho imparato moltissimo sul mondo della scrittura, documentandomi personalmente e , prestando attenzione ai consigli di altri piccoli autori come me. Mi sono avvicinato al mondo del self-publishing con maggior sicurezza, grazie al supporto di chi aveva già affrontato la situazione.
Ancor di più ho capito l'importanza non solo di dimostrare il proprio valore come scrittore ma anche d'integrare questo con il confronto. Tra i social si può vedere quanto l'arrampicata in questo mondo, per alcuni, valga talmente tanto da non aver remore nel segare le gambe agli ultimi arrivati, ma voglio dir loro una cosa a questo proposito: Fanno il loro sbaglio più grande. Non volendo confrontarsi con questi nuovi autori, ammettono la possibilità di non essere davvero in grado di scrivere bene, ammettono di non farlo per passione ma per il dio denaro, ammettono la loro esigua se non nulla originalità , e non fanno altro che alimentare il dubbio sulla loro integrità morale.
Come lettore queste cose non ti riguardano , non gli dai peso, è quando cominci a metterti in gioco che il circo comincia. E tra saltimbanchi, clown e giocolieri, tigri ed elefanti, tu, ultimo arrivato, come un nuovo piccolo animale devi farti strada. Attenzione perchè se riesci ad essere originale porti con te un nuovo odore, scombinando così la morale degli "anziani del circo".
Chiedo perdono per questa breve riflessione, non voleva essere un pessimismo e nemmeno un segnale d'arresto per chi volesse cominciare a scrivere, anzi, voglio sia interpretato come indicazione.
Questo blog mi ha insegnato quindi, in primis, ad essere sempre me stesso, a migliorare certo, ma soprattutto a mantenere la certezza di scrivere con un mio stile, di non scopiazzare per paura di non riuscire. Mi ha insegnato ad essere sincero, con chi mi legge quanto con chi mi snobba. Voglio ricordiate che il meglio è spesso nascosto dietro una cortina d pettegolezzi dettati dalla gelosia, o soprattutto dall'ignoranza. Così , per caso, grazie a questa mia esperienza conobbi delle scrittrici/ scrittori, che son sicuro faranno strada e regaleranno alla letteratura dei bellissimi scritti.
Ho sempre cercato di dare tutti i consigli sicuri che posso dispensare, senza mai chiedere qualcosa in cambio, senza aspettarmi devozione o incondizionato aiuto, a volte ne sono rimasto scottato, altre invece piacevolmente soddisfatto.
Per tutto questo, so che la scelta di aprire un blog, si è rivelata fondamentale per la mia crescita come autore, e per questo motivo invito tutti gli "scrittori nascosti" a farsi avanti, a fare questo mio stesso passo perchè non se ne pentiranno.

Vi saluto ricordando con voi i miei primi post di presentazione :






Qui di seguito invece la mia prima riflessione, una tra quelle più piaciute:


E ancora, la favola che tutte le mamme hanno maggiormente quotato e alle quali do un grande abbraccio:



Non vedo l'ora di vivere appieno le nuove esperienze che mi aspettano in questo nuovo anno, alla prossima! (Sperando che quest'anno non abbiate timore a commentare ;))

ABBIATE LE PALLE DI ESSERE VOI STESSI.

T.<3

martedì 14 marzo 2017

ToWriters.8. Il luogo, il tempo e lo spazio.



Il tempo, il luogo e l'azione. Temi che scandiscono la nostra giornata, la nostra vita , così come nella realtà anche nello scritto.
Temi che spesso affrontiamo con troppa superficialità, lasciandoci trasportare dalla storia che smania per uscire dalla testa; e perciò non facciamo caso allo sfondo che le diamo. Ma se per noi non è così importante, per chi ci legge vi posso assicurare che lo è.
Pensatevi infatti mentre descrivete un incontro violento tra due persone, voi vedrete quel diverbio perché concentrati sulla dimostrazione della rabbia tra le parole dei contendenti, ma chi legge quel passo, noterà anche se dietro a questi contendenti, ci sarà un campo di fiori appena sbocciati con un profumo di rose di lavanda e un sole così lucente e forte da riscaldare i cuori.... ok forse adesso ho esagerato, comunque mi avete capito.
La coerenza di questi tre temi è molto importante, perché l'ambiente che viene descritto nella storia deve essere armonico per non mandare in confusione il lettore, per non bloccare la storia, e per far sì che gli avvenimenti importanti non vengano disturbati da questi "sfocamenti".
Ma arriviamo al dunque.
Il luogo definisce il tipo di scritto; un esempio potrebbe essere un romantico prato fiorito che darà l'idea di una storia romantica o sdolcinata.
Lo sfondo in cui posizioniamo la nostra storia e i nostri personaggi, potrebbe anche raccontare molto di più di quello che essi direbbero in un discorso diretto. Sempre per chiarire tramite degli esempi: Una vecchia casa, cadente. Dal giardino incolto spuntano diverse spine, che si arrampicano fin sulle finestre e sullo stipite del logoro portoncino, da cui esce un gracile bambino ......
Da questa immagine possiamo cogliere la povertà della famiglia che vi abita. Tutti i dettagli oggettivi degli elementi di sfondo, permettono di integrare il luogo , e quindi la storia.
La prima stesura, sarà ovviamente mancante di dettagli, solamente in seguito e senza timore potremmo aggiungere quelle piccole descrizioni che faranno gran parte del lavoro descrittivo.
Altro punto: Non c'è bisogno che l'autore esplichi le emozioni di un personaggio se lo ha già fatto l'ambiente. Infatti se la tematica del luogo è ben riuscita, potrebbe essere una semplificazione, un aiuto al lavoro di scrittura, in quanto lo scrittore, non si dovrà preoccupare di esprimere anche con un discorso diretto il sentito dei personaggi.
La cosa più bella quando si legge uno scritto, è immedesimarsi in esso. Se l'autore non dovesse lasciare lo spazio all'immaginazione del lettore, gli toglierebbe il gusto di continuare.
Passando al tema tempo. La prima cosa che vi posso dire e a cui sicuramente tutti diamo molto peso, perché consiste nella grammatica, è la punteggiatura. Che , in definitiva, è il nostro primo elemento temporale.
Altri elementi possono essere paragoni e metafore, che permettono al lettore di prendere respiro dalla storia; ma possiamo dare altri elementi tempistici alla storia, quali il flashback e il flashforward.
Approfondiamo questi ultimi due.
Il flashback non è altro che uno sguardo al passato, utile a diverse chiarimenti. Come, ad esempio, i personaggi erano o sono ad arrivati ad essere quello che sono; oppure possono semplicemente rappresentare un flusso di pensieri del protagonista, che esplicano il motivo della decisione presa in quel dato momento.
Riguardo il Flashforward invece, possiamo parlarne come elemento completamente diverso dal flashback. Infatti il Flashforward, è un salto in avanti, in un futuro narrativo .
Perché anticipare il futuro al lettore?. Che senso ha?
Quando cominciai a scrivere, anche io mi sono posto questa domanda, ma cominciando ad utilizzarlo ho scoperto quanto sia utile, poichè esso, pone l'attenzione del lettore sul come sono avvenuti i fatti e sul loro significato intrinseco. (Capirete che l'utilizzo oppure no di questo flash, dipende anche dal genere di romanzo che state scrivendo.)
Dopo aver riconosciuto l'importanza di questi temi, v'invito a fare attenzione, a non utilizzarli troppo e a far sì che rimangano pertinenti alla storia. Non devono divagare troppo, perché non sarebbero più utili spiegazioni o chiarimenti ma anzi, diventerebbero futili digressioni.

Spero d'avervi dato anche in questa occasione dei consigli utili.
Buona scrittura!
T. <3

venerdì 10 marzo 2017

...Io comincio da qui...




Prima, una noia infinita. Ora un'ansia da parto.
Quello che un tempo credevo sarebbe stato d'aiuto nella mia vita non conta più nulla, fomenta solamente l'ansia di stare al passo con gli altri numeri. Esseri?! Forse, ma di chi?
Sono uno di quelli che si stanca, si snerva non avendo niente da fare. Proseguo nella monotonia giornaliera. Seguo il rigagnolo in piena della vita.
Sono stanco di svegliarmi la mattina per dover fare quello che faccio tutti i giorni, per essere quello che sono tutti i giorni. Il desiderio non è scomparire o peggio, niente affatto; posso assicurarvi che non ho alcuna intenzione maligna verso me stesso anzi. In questo senso è tedioso rimanere inermi, per poi cadere in uno stato vegetativo giorno dopo giorno.
Ma questa non è solo la mia situazione; è una situazione che rinchiude molte, troppe persone. Una situazione indotta e voluta, perché ciò che ognuno di noi potrebbe cambiare in meglio per la sua vita, cambierebbe in automatico anche per le persone che ha intorno e a loro volta, anche queste cambieranno la vita di altri. Cambiamenti non facili da gestire per chi anela solamente al mantenimento di rigide impostazioni: quelle che loro chiamano leggi ,leggi che dicono ci debbano uniformare, con lo scopo di mantenere l'ordine. Ma poi che cos'è l'ordine? Anche il caos può essere ordinato. Anche qui devo fare un altro appunto : non sono un anarchico e non sto certamente dicendo che non ci vogliono delle regole, ma appunto, REGOLE.
Lo senti per la televisione, ti viene detto, che tu come molti altri appartenente a una nuova generazione; beh insomma vado per i 30, non credo di essere poi così giovane ma, come tutti mi dicono spesso, io mi sento vecchio dentro ed e' vero, ed è proprio questo a mettermi ansia. A mettermi la paura di non collimare le mie lacune, la paura di non raggiungere i miei obiettivi.
Paure che arrivano dal disimpegno. L'impegno che ci metti per trovare un impiego non ha nulla a che fare con l'impegno che metti nel lavorare.
E così la mia vita, come quelle di molti altri, è scandita da un ritmo sempre più lento, quasi non udibile.
No, non ci si lascia andare, non ci si arrende di fronte alla monotonia imposta e, a chi di noi è più sensibile all'umanità e vorrebbe uniformarsi con le persone, è più difficile far valere i propri sogni e le proprie aspettative. Ed è quando questi vengono a mancare che si è totalmente in balia della vita robotica di cui ti hanno fatto "dono" i grandi di questo paese.
Certi grazie a Dio, non hanno problemi mentali o problemi fisici potendo vantare un'ottima salute e questo, è un fattore di cui dobbiamo tenere conto ogni volta ci svegliamo; e a questi è dato il compito di cambiare il mondo in un posto migliore, dove le persone possano sentirsi a loro agio con le proprie idee, con i propri difetti, con i propri pregi e con i propri sogni.
Certo, alla lunga anche chi gode di queste virtù si sente appesantito e corre il rischio di pensare solo a se stesso, di non avere più una visione globale che l'aiuti a migliorare la propria vita è così quella degli altri ma come dico sempre, la speranza è l'ultima a morire, e se la forza di volontà non ti abbandona puoi fare grandi cose.
Io comincio da qui, da questo blog nel quale raccolgo le mie riflessioni. Non per vanto, ma per il desiderio che qualcuno lo legga, le faccia sue come un'esperienza personale e che, sì, continui a scriverne ance questa persona.
Perchè lo sanno tutti e anche la storia ce lo insegna: Ciò che si scrive rimane nei secoli, ciò che si scrive cambia il futuro.

T. <3

martedì 7 marzo 2017

ToWriters.7. Lo Stile.




Comincio così questo post; rivolgendovi delle domande. Le tipiche domande che mandano in paranoia un neoscrittore.
Come potete fare la differenza? O meglio, come può il vostro libro essere scelto tra tanti? come può un lettore essere felice di aver letto proprio voi? Per quale motivo e cosa ci sarà di così diverso dai libri di tutti gli altri scrittori?
La risposta a tutti questi quesiti è molto semplice: LO #STILE.
E' quel qualcosa di nuovo che ti differenzia come scrittore da tutti gli altri. Spesso i neofiti cercano di far assomigliare il più verosimilmente possibile il proprio stile a quello di grandi autori, facendo l'errore più grande che potrebbero fare, togliendo alla propria scrittura al proprio stile, il beneficio del dubbio che possa piacere oppure no, perché nel qual caso possa piacere, potrebbero persino surclassare facilmente gli autori da loro tanto decantati.
Bisogna anche qui, come in ogni lavoro in cui ci si vuole affermare, dimostrare grande coraggio. Una fiducia in sè stessi che , per carità, può essere ripagata come no. Ed è quando non va che si riprova, che si migliora, sempre mantenendo la propria personalità, perchè è questa a distinguerci dagli altri.
Moltissimi neoscrittori reputano stile e contenuto come due concetti differenti, un'altra delle cose più sbagliate che si possa pensare. Essi infatti, devono andare di pari passo: lo stile è il modo con cui decidiamo di esprimere il contenuto, quest'ultimo appunto, è l'espressione che trasmette al lettore il messaggio che vogliamo dargli.
Lo stile, definito dalla scelta di parole che vogliamo scrivere, può presentarsi davvero in moltissime forme , dando al contenuto un'immagine comica, drammatica, oggettiva ecc. Da ricordare inoltre, è di mantenere lo stile scelto per tutta la durata dello scritto oppure, per la durata della scena. Se infatti presentiamo un personaggio che porta grande ironia in uno sfondo drammatico della storia, questo, non potrà essere il più depresso di tutti dopo alcune battute e , come dicevamo nel precedente post, le parole da lui proferite saranno sempre esagerate, benevole, stupidine e ironiche come l'atteggiamento che gli facciamo dimostrare nei confronti degli altri personaggi.
Quindi , tornando ai nostri quesiti iniziali, in sostanza cosa bisogna avere per caratterizzare un proprio stile?
Io consiglio di mantenere una certa linea di pensiero durante l'attività scrittoria:

Conoscere. Conoscere e riconoscere l'esperienza fatta da grandi autori. Con le frasi precedenti infatti, non indendo assolutamente dira che non bisogna tener conto di tutto ciò che possiamo estrapolare ed apprendere dagli altri autori.

Ricordare: Ricordare chi siamo, perchè scriviamo. Qual'è il motivo che ci ha spinto a farlo e quali sono le emozioni principali che ci spingono ad affrontare la vita. Poichè si sa, se siamo dei grandi comici per natura, questo si rifletterà anche sugli scritti.

Creatività. Un carattere fondamentale, che bisogna lasciar galoppare come selvaggi cavalli sulle radure della nostra mente.

Linguaggio figurato. La capacità di esprimere un concetto attraverso una scena con linguaggio figurato ci dà la possibilità di creare diversi stili, ci dà ampio raggio di scelta e di personalizzazione. Ricordate che uno scritto non deve essere mai banale.

Datovi questi consigli, voglio ricordare che sono moltissime altre le cose di cui tener conto nello scrivere, ho deciso di citare queste perchè spesso sono concetti che lasciamo cadere nell scontatezza lasciandole poi cadere vertiginosamente nello scorrere di una storia che non prenderà mai forma.

Vi lascio, sperando in qualche modo d'avervi aiutato anche questa volta. Con questo post vi auguro di TROVARE LA VOSTRA VOCE SENZA POI NASCONDERLA PER PAURA DI RISULTARE STONATI. Mi raccomando , siate anche sempre curiosi, perchè le cose da imparare per noi scrittori, non finiscono mai!!!

T.<3

giovedì 2 marzo 2017

Recensione del libro: I CIELI DI MUAREB, Autore: Fabio Carta.




"Eravamo separati. Non potevo crederci ma era così. Io e Lakon avevamo infine preso strade diverse: lui quella della gloria sempiterna e io, lo speravo, quella della felicità e dell'amore."

Con questa frase si apre il secondo capitolo di ARMA INFERO.
Fabio riesce ad accompagnare ancora una volta il lettore in un mondo pieno di fantasia, una fantasia che come dissi nella recensione del primo volume, è sempre in continua evoluzione.
L'autore dimostra conferma la sua capacità di fantasticare ma al contempo mantenendo un contesto molto pratico e realistico. Dalla descrizione degli oggetti a quella dei soggetti, ancora troppo distanti dalla nostra concezione seppur moderna.

martedì 28 febbraio 2017

ToWriters.6. La #voce del #narratore




Ciao ragazzi, oggi voglio trattare un argomento che personalmente, ho visto essere fondamentale nell'andare del tempo, mentre scrivevo e scrivo ancora i miei racconti, ovvero : la mia voce come narratore.
Voglio cominciare facendo presente che bisogna tener conto della differenza da quando abbiamo una conversazione a tu per tu con una persona reale, a quando invece abbiamo una conversazione con il lettore. Avere un'interazione parlata con una persona reale, vuol dire trasmettere con la mia voce emozioni e ricordi. L'empatia ovviamente

martedì 21 febbraio 2017

Anticipazione romanzo : Un Viale Alberato.




Questo post è un'anticipazione al libro: Un Viale Alberato. Spero vi entusiasmi, buona lettura!

Ero in una piazza di fronte a tanta gente, altolocati sembrava dai vestiti sgargianti; venuti a vedere qualcosa di anomalo che rompeva la loro monotonia giornaliera perché abituati a vivere costantemente nel lusso senza problemi di alcuna sorta . Alcuni più vicini a me erano medici, scettici che quei metodi cosi all’antica funzionassero, convinti che la scienza fosse l’unica religione possibile. Per ultime, facevano gruppo tutte le suore di quel posto. Piegate ginocchioni a pregare in cerchio.
Il mio sguardo notava tutto ciò, inconsapevole del fatto che fossero lì per me, anzi no, per il fatto non comune .
Una suora si avvicina a mia madre tendendo le braccia per prender quello scricciolo ch'ero io, premuto al petto di Marisa.
Mamma mi era sempre stata accanto, non voleva lasciarmi forse per paura di perdermi , forse per paura di avere un’altra delusione e di non poterla sopportare. Queste erano le emozioni che mi trasmetteva il suo cuore che con il mio aveva accelerato il passo, battendo sempre più forte , cosi forte che sembrava essere lo stesso organo.
Vivevo quel momento di grande affettività ignaro di quello che stava per succedere.. 

giovedì 16 febbraio 2017

ToWriters. I pilastri del #racconto.


Ciao a tutti carissimi scrittori, come vi avevo anticipato dall'ultima volta che ho scritto in questa rubrica oggi tratteremo un argomento diverso e non uno schema drammatico.
Voglio farvi presente, come sempre, che scrivo tutto questo non perché mi reputi un ottimo scrittore; non sono qui per fanfaronare sulle mie abilità, anzi sono sicuro che di strada ce n'è ancora molta da fare, ma credo che per imparare bisogna condividere. Insomma, se qualcun altro non avesse condiviso le sue capacità io adesso probabilmente non saprei molte cose sulla scrittura. Scrivo di questo per esperienza quindi, non per sapienza.
Spero che per voi i miei consigli equivalgano a un tesoro, per tutti quelli che amano scrivere e che vogliono farlo come come professione oppure come hobby.

venerdì 10 febbraio 2017

#Leggenda a 4 zampe. 3.(Finale)



 Prima di riprendere da dove eravamo rimasti vi metto i link qualora non abbiate letto i primi due capitoli. Qui troverete il primo, qui il secondo. Buona lettura!!
                                                                                     *

Il vecchio cane racconta loro di quest'antica leggenda secondo cui, in un paese lontano, dovrebbe nascere un cucciolo con le caratteristiche di adattamento di tutte le razze canine, con la pretesa di creare nelle generazioni seguenti cani ancora più affidabili per i loro migliori amici:gli uomini.
Il posto non ha un dove preciso, si sa solo che sta lì, dove sterrato e cemento s'incontrano, dove la roccia é contornata d'acqua.
Jack, capobranco degli Zampegrosse e Ginny, regina dei Nasofino, si misero quindi in viaggio alla ricerca della loro salvezza.
Passarono mari monti e tanti, tanti luoghi in cui Jack, cane di campagna, dovete aiutare Ginny la cagnolina di città, a superare impervi ostacoli.
Passarono campi incolti dalla terra brulla, passarono sentieri rocciosi sul quale Jack da buon cane pastore tenne in spalla Ginny per tutta la durata del difficile viaggio sul suo terreno. Vennero poi le città, prima i piccoli paesi, poi le grandi metropoli dove Ginny fu la spalla e l'angelo custode di Jack insegnandogli ad attraversare la strada a non farsi catturare dagli accalappiacani e tutti gli altri segreti dei sobborghi che solo i Nasofino conoscevano.