La trincea si
faceva sempre più stretta perchè colma di corpi, molti già in
putrefazione, altri ancora totalmente decomposti, di cui si vedeva
chiaramente il bianco delle ossa.
E i corvi banchettavano.
Erano
morti per primi, come sempre, i pochi verdi pensieri. Quelli
speranzosi, quelli portatori di lucidità e serenità, arrivavano
tardi e morivano quasi subito.
Come in un sogno
la mia visuale era dall'angolo più buio, dal quale scorgevo le ombre
che assalivano la trincea. Non c'era fucile, non c'era granata che
potesse distruggerle, solamente una ferrea volontà che al momento mi
mancava; così almeno la pensavo io, ma qualcuno, aveva il coraggio
di dirmi il contrario, di dirmi che doveva andare così e che essere
forti non sarebbe bastato.
Dava l'idea di una fossa comune, e come tale, non veniva mai svuotata da quei corpi che prima erano così lindi, colorati, vivaci, allegri che parevano non potersi spegnere mai, ma invece si dimostrarono fugaci: troppo per essere vissuti come meritavano.
Nei momenti in cui mi rendevo conto di tutte quelle salme mi veniva il dubbio di stare sprecando, di comportarmi da egoista e di combattere contro me stesso; ed ecco, che proprio in quei momenti ritornava: Spuntava pezzo dopo pezzo, macchia dopo macchia, dal crinale della trincea una figura tremolante ma distinguibile. La mia. E mi assaliva. E mi torturava con lunghi artigli oscuri...
Dava l'idea di una fossa comune, e come tale, non veniva mai svuotata da quei corpi che prima erano così lindi, colorati, vivaci, allegri che parevano non potersi spegnere mai, ma invece si dimostrarono fugaci: troppo per essere vissuti come meritavano.
Nei momenti in cui mi rendevo conto di tutte quelle salme mi veniva il dubbio di stare sprecando, di comportarmi da egoista e di combattere contro me stesso; ed ecco, che proprio in quei momenti ritornava: Spuntava pezzo dopo pezzo, macchia dopo macchia, dal crinale della trincea una figura tremolante ma distinguibile. La mia. E mi assaliva. E mi torturava con lunghi artigli oscuri...