sabato 3 dicembre 2016

#Perseverare

 
Non è facile mettere a fuoco i soggetti con il riverbero del sole sugli occhi, un appannato vetro che dimostra il mio piacere nel guardare ciò che si lascia lì, in fondo; i contorni di tutto ciò che circonda la casa, anzi, il castello.
Frutto di sacrifici, duro lavoro con costanza, impegno e perseveranza. Con queste doti puoi arrivare ad una posizione privilegiata. Tanto quanto la mia ora, dalla finestra della mia torretta preferita, scorgo le umili case apparire sempre più piccole e disperse nella foschia serale, accomodata sulla valle. Svettavano, bucando la bassa nebbia gli altissimi cipressi che adornano il lungo viale della tenuta; un labirinto di siepi costruito per i ricchi generi pareva il set di un film dell'orrore. E queste mura millenarie, solide, che se non ricordo male, furono poggiate proprio dai servi dei primi principi italiani.
 
Sfarzo e importanza storica che sanno di sudore e sangue. Eccelsa mobilia, utensileria che danno la precisa sensazione dell'impegno dovuto a creare questo maniero.
Perseveranza! Questo il semplice, ma efficace motto del vecchio qui dipinto. Girandomi, dopo tutto questo tempo, ancora mi sento sotto esame dello sguardo severo e inquisitorio dell'uomo che mi fissa dall'alto della sua tela. Quel quadro non gli rende giustizia.
Quello sguardo fiero e maestoso come di un leone, vestito sempre impeccabile come se ogni giorno fosse festa, ed effettivamente per lui lo era: poteva danzare e nuotare in quel mare d'oro che aveva accumulato. E ora è cenere. Certo, non era come quel Don Rodrigo in punto di morte: Roba mia, vientene con me! Anzi, tutt'altro, quell'uomo era l'emblema del capostipite che si preoccupa del futuro della sua casata, nonostante ci fosse poco impegno da parte del genero per mantenere l'integrità morale di questa.
E io, mi impegno abbastanza?
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La ragazza si guardò le mani: Unghie sporche, macchie cutanee lasciate dai prodotti di pulizia spesso utilizzati senza guanti. La finestra rifletteva un viso sporco incorniciato da capelli arruffati, una striminzita ragazza con un vestito da lavandaia.
Anch'essa un giorno, da serva qual'era, sarebbe divenuta la proprietaria di un maniero.

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http://unvialealberato.blogspot.it/2016/11/la-lampreda-fiaba.html

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