Non
è facile mettere a fuoco i soggetti con il riverbero del sole sugli
occhi, un appannato vetro che dimostra il mio piacere nel guardare
ciò che si lascia lì, in fondo; i contorni di tutto ciò che
circonda la casa, anzi, il castello.
Frutto
di sacrifici, duro lavoro con costanza, impegno e perseveranza. Con
queste doti puoi arrivare ad una posizione privilegiata. Tanto quanto la
mia ora, dalla finestra della mia torretta preferita, scorgo le umili
case apparire sempre più piccole e disperse nella foschia serale,
accomodata sulla valle. Svettavano, bucando la bassa nebbia gli
altissimi cipressi che adornano il lungo viale della tenuta; un
labirinto di siepi costruito per i ricchi generi pareva il set di un
film dell'orrore. E queste mura millenarie, solide, che se non
ricordo male, furono poggiate proprio dai servi dei primi principi
italiani.
Sfarzo
e importanza storica che sanno di sudore e sangue. Eccelsa mobilia,
utensileria che danno la precisa sensazione dell'impegno dovuto a
creare questo maniero.
Perseveranza!
Questo il semplice, ma efficace motto del vecchio qui dipinto.
Girandomi, dopo tutto questo tempo, ancora mi sento sotto esame dello
sguardo severo e inquisitorio dell'uomo che mi fissa dall'alto della
sua tela. Quel quadro non gli rende giustizia.
Quello
sguardo fiero e maestoso come di un leone, vestito sempre impeccabile
come se ogni giorno fosse festa, ed effettivamente per lui lo era:
poteva danzare e nuotare in quel mare d'oro che aveva accumulato. E
ora è cenere. Certo, non era come quel Don Rodrigo in punto di
morte: Roba mia, vientene con me! Anzi, tutt'altro, quell'uomo era
l'emblema del capostipite che si preoccupa del futuro della sua
casata, nonostante ci fosse poco impegno da parte del genero per
mantenere l'integrità morale di questa.
E
io, mi impegno abbastanza?
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La
ragazza si guardò le mani: Unghie sporche, macchie cutanee lasciate
dai prodotti di pulizia spesso utilizzati senza guanti. La finestra
rifletteva un viso sporco incorniciato da capelli arruffati, una
striminzita ragazza con un vestito da lavandaia.
Anch'essa
un giorno, da serva qual'era, sarebbe divenuta la proprietaria di un
maniero.
T.<3 Se questa favola vi è piaciuta potrete leggere anche questa:
http://unvialealberato.blogspot.it/2016/11/la-lampreda-fiaba.html
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