Caro Primo,
fratello mio, il tempo passato senza di
te è solamente noia. Solo ronzii che riempiono le mie orecchie,
inutilmente. Come mosche sulle cacche si accaniscono su di me, gente
insulsa, petulante e sconcordante. Mi manca la tua silenziosa
arguzia, tu che sei così taciturno e pensieroso nel tuo rapporto con
il mondo, t'invito invece, a far sentire la tua voce raccontandomi
una delle tue bellissimie storie. Qui solo Terzo ed io, all'apparenza
solo un cane rabbioso..
-Secondo! Che fai? La cena si fredda!-
-Sto arrivando Terzo, non gridare!-
Non era la prima volta che mi trovavo a
dover richiamare il mio fratellastro. In quel tempo che Primo non
c'era più, passava le giornate a fissare il vuoto come se tutto
avesse perso valore, non hai idea, cara A, quanto avrei voluto anche
io sentirmi così amato da un familiare stretto. E dopo anni, ancora
son qui a rodermi il fegato, per non aver fatto una parola in più
con Secondo quel giorno. -Dolce e struggente A, aiutami, sogno spesso
di togliermi la vita, eliminarmi dall'equazione ma accetto consigli
per una dipartita rapida e silenziosa.
-Terzo, amore mio. Ora sono io la tua
famiglia, e te lo assicuro, ti amo più d'ogni altra cosa.- Questo
avrei dovuto rispondergli invece di rimirami allo specchio, ma, c'era
un motivo valido per farlo. Sin da quando ero bambina ogni volta che
mi specchiavo vedevo un'altra me che soprannominai B, lei, pareva
stare in un mondo parallelo, dove, leggendo promemoria a mò di
telegramma mi sapeva dare ottimi consigli sul da farsi.
A, devi ascoltami. Stop. Non lasciare
che tuo marito si tagli le vene. Stop. Sii forte. Stop. Devi esserlo
per lui. Stop. Tuo marito ha problemi di depressione. Stop. Figlio
mio non gurdarmi male. Stop. Quarto, mio figlio. Stop. Sedeva sul
letto dietro a me. Stop. Ancora dopo tutti questi anni non capiva
perchè parlassi così. Stop. Ma non potevo decidere. Stop. Chissà
se anche lui avrebbe trovato il suo clone ignorante riflettersi sullo
specchio. Stop.
Ah quanto vorrei che la mitica genetica
non facesse il suo dirompente e inesorabilemnte epico corso. La mia
fantasmagorica madre B, impazzire in modo leggendario alimentando la
sua fervidissima superfantasia che le visionava una lei miticamente
più ignorantona. Supersupplicavo, giganticamente speravo di non
perdere l'utile importantissima ragione.
-Quinto, giganterrimo padre mio,
impazzirò anche io?-
Era mio figliolino, ma porchina la
miserina, qunto cazzetto me la stavo ridacchiando. - Ehhm ahahahah !
No ehm minuscolo bambino mio, perchè con un cervelletto così
piccolo usi paroline così grandi? Metti l'animina in una piccola
pace, sareste così divertentini tu e mammina a telegrammare un
pochino. Il tuo zietto, Primo, non può nemmeno godersela
minimamente, ci scorge appena appena da quel fotoriuadretto.
In efferetti li stavo guardondo. Io,
Primo (Mama mi ha insignato a sciverre pene i mieo name) non
copportavo piò quella hente, seconndo voi pecchè?! Beh hovvio! Tuti
sonno pezzi. Io sonno l;unico sanno. E fò li Scritorre.
Grassie pecchè legiste .
Primmo.
Azz.
T. <3