venerdì 26 agosto 2016

Instabilità temporale.

Caro Primo,
fratello mio, il tempo passato senza di te è solamente noia. Solo ronzii che riempiono le mie orecchie, inutilmente. Come mosche sulle cacche si accaniscono su di me, gente insulsa, petulante e sconcordante. Mi manca la tua silenziosa arguzia, tu che sei così taciturno e pensieroso nel tuo rapporto con il mondo, t'invito invece, a far sentire la tua voce raccontandomi una delle tue bellissimie storie. Qui solo Terzo ed io, all'apparenza solo un cane rabbioso..
-Secondo! Che fai? La cena si fredda!-
-Sto arrivando Terzo, non gridare!-
Non era la prima volta che mi trovavo a dover richiamare il mio fratellastro. In quel tempo che Primo non c'era più, passava le giornate a fissare il vuoto come se tutto avesse perso valore, non hai idea, cara A, quanto avrei voluto anche io sentirmi così amato da un familiare stretto. E dopo anni, ancora son qui a rodermi il fegato, per non aver fatto una parola in più con Secondo quel giorno. -Dolce e struggente A, aiutami, sogno spesso di togliermi la vita, eliminarmi dall'equazione ma accetto consigli per una dipartita rapida e silenziosa.
-Terzo, amore mio. Ora sono io la tua famiglia, e te lo assicuro, ti amo più d'ogni altra cosa.- Questo avrei dovuto rispondergli invece di rimirami allo specchio, ma, c'era un motivo valido per farlo. Sin da quando ero bambina ogni volta che mi specchiavo vedevo un'altra me che soprannominai B, lei, pareva stare in un mondo parallelo, dove, leggendo promemoria a mò di telegramma mi sapeva dare ottimi consigli sul da farsi.
A, devi ascoltami. Stop. Non lasciare che tuo marito si tagli le vene. Stop. Sii forte. Stop. Devi esserlo per lui. Stop. Tuo marito ha problemi di depressione. Stop. Figlio mio non gurdarmi male. Stop. Quarto, mio figlio. Stop. Sedeva sul letto dietro a me. Stop. Ancora dopo tutti questi anni non capiva perchè parlassi così. Stop. Ma non potevo decidere. Stop. Chissà se anche lui avrebbe trovato il suo clone ignorante riflettersi sullo specchio. Stop.
Ah quanto vorrei che la mitica genetica non facesse il suo dirompente e inesorabilemnte epico corso. La mia fantasmagorica madre B, impazzire in modo leggendario alimentando la sua fervidissima superfantasia che le visionava una lei miticamente più ignorantona. Supersupplicavo, giganticamente speravo di non perdere l'utile importantissima ragione.
-Quinto, giganterrimo padre mio, impazzirò anche io?-
Era mio figliolino, ma porchina la miserina, qunto cazzetto me la stavo ridacchiando. - Ehhm ahahahah ! No ehm minuscolo bambino mio, perchè con un cervelletto così piccolo usi paroline così grandi? Metti l'animina in una piccola pace, sareste così divertentini tu e mammina a telegrammare un pochino. Il tuo zietto, Primo, non può nemmeno godersela minimamente, ci scorge appena appena da quel fotoriuadretto.
In efferetti li stavo guardondo. Io, Primo (Mama mi ha insignato a sciverre pene i mieo name) non copportavo piò quella hente, seconndo voi pecchè?! Beh hovvio! Tuti sonno pezzi. Io sonno l;unico sanno. E fò li Scritorre.
Grassie pecchè legiste .
Primmo.
Azz.

T. <3

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