venerdì 21 luglio 2017

La Trincea.



La trincea si faceva sempre più stretta perchè colma di corpi, molti già in putrefazione, altri ancora totalmente decomposti, di cui si vedeva chiaramente il bianco delle ossa. 
E i corvi banchettavano.
Erano morti per primi, come sempre, i pochi verdi pensieri. Quelli speranzosi, quelli portatori di lucidità e serenità, arrivavano tardi e morivano quasi subito.
Come in un sogno la mia visuale era dall'angolo più buio, dal quale scorgevo le ombre che assalivano la trincea. Non c'era fucile, non c'era granata che potesse distruggerle, solamente una ferrea volontà che al momento mi mancava; così almeno la pensavo io, ma qualcuno, aveva il coraggio di dirmi il contrario, di dirmi che doveva andare così e che essere forti non sarebbe bastato.
Dava l'idea di una fossa comune, e come tale, non veniva mai svuotata da quei corpi che prima erano così lindi, colorati, vivaci, allegri che parevano non potersi spegnere mai, ma invece si dimostrarono fugaci: troppo per essere vissuti come meritavano.
Nei momenti in cui mi rendevo conto di tutte quelle salme mi veniva il dubbio di stare sprecando, di comportarmi da egoista e di combattere contro me stesso; ed ecco, che proprio in quei momenti ritornava: Spuntava pezzo dopo pezzo, macchia dopo macchia, dal crinale della trincea una figura tremolante ma distinguibile. La mia. E mi assaliva. E mi torturava con lunghi artigli oscuri...


-Aaaaaaahhhghh-!!!!- 
- Amore?! Tutto bene?. -
Mi volto verso mia moglie, abbagliato dall'improvvisa luce fredda del neon. -Niente, non è successo niente.-
Mi rifugio di nuovo sotto le lenzuola, lontano dal suo sguardo che so essere colmo di pietà e dolore. Le mani ancora mi tremano, le braccia mostrano i segni della tumefazione sempre più veloce di quella pelle sempre più avvizzita ed incollata sulle ossa. Non sono più l'uomo di un tempo, forse non lo sono mai stato, forse non ricordo nemmeno davvero se fosse realtà o fantasia quel bel matrimonio di quell'uomo robusto che mostrano le foto sul comò.
Sento prurito ovunque ma so che grattarmi vorrebbe dire aprire ferite che non si rimargineranno più.
Non ho sete, non ho sonno, non ho appetito... non ho sorriso.
Vedo il contorno di mia moglie che ancora, sicuramente, mi sta fissando. Non ho saputo darle nulla di quello che meritava, mi rimaneva solo una cosa da fare: Liberarla di me.
Perchè non valgo niente, perchè la mia non è una vita, perchè non sono più degno d'esser chiamato uomo. 
"Luca è un uomo di 29 anni, caduto nella morsa della depressione dopo aver perso il lavoro solo un anno prima...

Sappiatelo Ragazzi: è un storia inventata, ma come ben sapete amo descrivere soprattutto i momenti difficili delle persone vissute nel loro essere, tra i loro pensieri. Spero che questa breve storia vi sia piaciuta e possa darvi un'idea di come siano i brutti momenti e quindi, ricordarvi quanto, al contrario, è bella la vita. Degna d'esser vissuta in serenità senza mai lasciar scappare i sogni della vostra gioventù: perchè non è mai troppo tardi per viverli... non è mai troppo tardi per vivere davvero. Gli incubi peggiori non sono quelli che ci mostrano i film ma quelli che lasciamo creare alla nostra mente quand'è confusa, perciò sappiate sempre cosa volete, sappiate sempre che tante sono le persone a volervi bene.
  • T.<3

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