Un
tempo le stelle e tutto il firmamento non erano altro che puntini di
una grande coperta che poteva prima o poi caderti sulla testa
distruggendo il mondo. Alcuni altri invece credevano fossero delle
lance infuocate, che gli Dei avrebbero prima o poi scagliato su di
loro in caso di mancato rispetto al loro pianeta Terra. Ma solamente
una civiltà, attribuiva a questi astri un'importanza fondamentale
nella loro quotidianità.
Per
loro erano come delle guide durante la notte più buia, erano come la
bellezza di un quadro che non svanisce mai che non sfioca mai. Una
bellezza dinamica dai colori sempre vivi.
Per molto tempo fu e rimase una civiltà poetica che ammirava le stelle; nelle loro giornate si alzavano presto e tributavano gli dei perché gli mancava una sola cosa per essere felici: che il capo villaggio avesse un figlio per poter mantenere a lungo la cultura del loro piccolo popolo.
E così pregavano le stelle di dargli una nuova creatura che potesse governare, e una sera, quando tutti erano riuniti nella preghiera della buonanotte, una stella parve cadere dal cielo; luminosa, incandescente e bella come nessun'altra . Si lanciava verso la Terra , verso di loro sempre più veloce e poi, quando per un attimo gli abitanti del villaggio ebbero paura, parve scomparire appena sopra le loro teste.
Impressionati da questo evento, gli abitanti del piccolo popolo, si coricarono pieni di meraviglia e di stupore, ma soprattutto pieni di domande.
Per molto tempo fu e rimase una civiltà poetica che ammirava le stelle; nelle loro giornate si alzavano presto e tributavano gli dei perché gli mancava una sola cosa per essere felici: che il capo villaggio avesse un figlio per poter mantenere a lungo la cultura del loro piccolo popolo.
E così pregavano le stelle di dargli una nuova creatura che potesse governare, e una sera, quando tutti erano riuniti nella preghiera della buonanotte, una stella parve cadere dal cielo; luminosa, incandescente e bella come nessun'altra . Si lanciava verso la Terra , verso di loro sempre più veloce e poi, quando per un attimo gli abitanti del villaggio ebbero paura, parve scomparire appena sopra le loro teste.
Impressionati da questo evento, gli abitanti del piccolo popolo, si coricarono pieni di meraviglia e di stupore, ma soprattutto pieni di domande.
Finché
il nuovo giorno non fu salutato da un grido di gioia : la sposa del
capo villaggio presto avrebbe avuto un figlio.
Per quello che sembrò un tempo infinito si fece attendere la nuova venuta. Sì, perché non era un maschietto ma una femminuccia con dei grandissimi occhi dorati e presto, anche dei lunghi capelli ramati che le scendevano lungo la schiena fino quasi a toccare la terra. Aveva un sorriso immenso, e con quello, illuminava le giornate di ogni abitante.
Nonostante fosse femmina, a detta di tutti, sarebbe stato un buon capo perché fin da piccola imparò a nutrire un grande rispetto, un grande amore e tanta passione per tutto quello che la natura aveva da offrire all'essere umano per la sopravvivenza: Sementi e frutti.
La
bambina pareva avere come una manina magica; Sapeva quando dove e
come coltivare.
Lei,
Maya, non li avrebbe mai fatti morire di fame.
Ma presto, le capacità di Maya divennero una routine, e gli uomini sempre più egoisti ed esigenti. Non bastava più solamente il cibo, servivano anche ricchezze per diventare un popolo potente al pari degli altri, anzi: di più perché loro avevano una stella dalla loro parte.
E così cominciarono a vendere i raccolti di Maya. Lei non era più un dono dal cielo ma uno strumento di ricchezza. Non c'era più bisogno di pregare le stelle; non c'era più bisogno di credere. Maya era affranta nel vedere quegli uomini perdere la loro luce mentre lei ancora ricordava da dove era venuta, e così prese una decisione, affinché il suo popolo tornasse ad essere quello di una volta. L'unico popolo che credeva nel potere delle stelle e che non ne avesse paura, ma solo timore reverenziale. La sua sola preghiera arrivò immediatamente alle orecchie delle sue sorelle stelle, perché già erano in ascolto, perché già vedevano. Esse accolsero immediatamente la richiesta di Maya, che in quella stessa notte, divenne nuovamente parte del firmamento diventandone la luce più luminosa.
Ma presto, le capacità di Maya divennero una routine, e gli uomini sempre più egoisti ed esigenti. Non bastava più solamente il cibo, servivano anche ricchezze per diventare un popolo potente al pari degli altri, anzi: di più perché loro avevano una stella dalla loro parte.
E così cominciarono a vendere i raccolti di Maya. Lei non era più un dono dal cielo ma uno strumento di ricchezza. Non c'era più bisogno di pregare le stelle; non c'era più bisogno di credere. Maya era affranta nel vedere quegli uomini perdere la loro luce mentre lei ancora ricordava da dove era venuta, e così prese una decisione, affinché il suo popolo tornasse ad essere quello di una volta. L'unico popolo che credeva nel potere delle stelle e che non ne avesse paura, ma solo timore reverenziale. La sua sola preghiera arrivò immediatamente alle orecchie delle sue sorelle stelle, perché già erano in ascolto, perché già vedevano. Esse accolsero immediatamente la richiesta di Maya, che in quella stessa notte, divenne nuovamente parte del firmamento diventandone la luce più luminosa.
Solamente
una persona la vide ascendere: il suo ormai vecchio e stanco padre
mortale. All'inizio fu triste, poi arrabbiato, e si accorse che la
colpa non era di sua figlia ma solamente sua. Perché come capo
villaggio lui solo avrebbe dovuto riconoscere il potere di una
stella, e non dimenticare mai la grazia ch'era stata fatta alla
moglie nel partorire in tarda età.
E da quel giorno governò con pugno di ferro, e chiamò il suo popolo: Maya. Un popolo che seguendo quell'unica, grande, stella luminosa, disegnò una mappa del cielo, una mappa temporale ma soprattutto carta delle piantagioni , per non dimenticare mai gli insegnamenti della stella che li aveva guidati per molto tempo. Per ricordare a sè stessi ch'erano già stati ricchi più di qualsiasi altro popolo.
E da quel giorno governò con pugno di ferro, e chiamò il suo popolo: Maya. Un popolo che seguendo quell'unica, grande, stella luminosa, disegnò una mappa del cielo, una mappa temporale ma soprattutto carta delle piantagioni , per non dimenticare mai gli insegnamenti della stella che li aveva guidati per molto tempo. Per ricordare a sè stessi ch'erano già stati ricchi più di qualsiasi altro popolo.
Questa
"carta" è oggi a noi conosciuta come il calendario Maya,
non dimentichiamone il significato. Crediamo nella natura , non nel
denaro.
T.<3
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