venerdì 18 novembre 2016

#Angoscia artistica.

Jo era un'artista, era portata per la pittura, un'arte che faceva completamente sua esprimendola attraverso capacità sensitive. Comunicava con gli spiriti nel sogno diceva lei, e la sua mano dipingeva. Quadri magnifici seppur terrificanti.
Quasi sempre sola, nel suo studio, si attornia di inquietudini da lei dipinte, quadri vivi, quadri veri, quadri inquietanti dove i colori predominanti sono il rosso e un nero senza fine. Spennella freneticamente su di una tela, un color mattone, quasi ruggine. 

 
E la sua mano corre spasmodica e nervosa a coprire quei buchi dove s'intravede il bianco, fino a formare un ambiente postapocalittico che non lascio spazio all'immaginazione. Tutto è brutalmente particolareggiato, dagli scogli aguzzi dove onde violente e sanguinanti s'infrangono. E lì, sullo sfondo della scena, con un cielo cupo e disastrato che fa da mantello, s'intravedono delle sagome. Non umane, non angeli.
Mancava qualcosa, jo lo sentiva. Come bocche fameliche lo reclamavano : Più colore! Frustrata, pastroccia sulla tavolozza cercando di diluire e allungare il colore, ma niente sovrastava la forza del colore naturale.
-E' permesso? -
Vania, l'allieva. Lei sì che aprezzava e conosceva i quadri di Jo che s'animò di nuova speranza al vederla.
Vidi Jo guardarmi come ancora immersa nei suoi quadri, lei è l'artista che un giorno vorrei poter diventare.
- A cosa lavori oggi?- Mi avvicinai incuriosita da quel nuovo quadro, mentre l'artista ripuliva la tavolozza da quello che sembrava un vano tentativo di rimedio. Aguzzo, inquitante, macabro. Un'altra opera che pareva sferzata dall'ossessione e la compulsione che Jo provava nel dipingere. E quelle figure? Lo ripetei ad alta voce ma non ottenni risosta. E troppo assorbita da quegli esseri distrattamente dipinti rimasi a fissarli. Vedo sempre più dettagli mentre l'angoscia pare ammonirmi. Sono figure quasi umane perchè bipedi ma con un che di rettile. Inizialmente scorgo le lunghe zampe posteriori, poi gli artigli sulle mani ed infine, tutto il corpo si fa più nitido. Il cuore mi balza in gola. Non mi piace quell che vedo. E' paurosamente dettagliato, la mascella si apre mostrando denti affilatissimi, e sono esseri senza pelle, come mangiati, corrosi, avanzano dal sole che cala.
Cado all'indietro e rimango paralizzata al suolo come premuta da una forza invisibile. Il naso comincia a sanguinare, le unghie si aprono in due mostrando la carne. Non riesco a urlare mail dolore c'è.
Rimango terribilmente sveglia mentre jo si china si di me con un falcetto. Mi trancia le mani. Prima una e poi l'altra diventano pennello. Jo sorride estasiata mentre alimenta i suoi demoni. Demoni che semrano animarsi, cibarsi della mia carne spingendo quei lunghi artigli oltre la superficie del quadro.
Vedo, soffro come un cane, il terrore fa da padrone ma sono costretta a rimanere coscente, in uno stato di purgatorio , mentre guardo Jo sviscerarmi le vene del braccio con il dorso del pennello per poi intingerlo, prendendosi un nuovo rosso vivido.
Felice ma ancora insoddisfatta di quell'opera, tra i gemiti strazianti delle demoniache figure che gridano, avvicina il quadro al mio viso.
L'artista gode di quel momento, gode di ogni ferale colpo che quegli artigli m'infergono, sul viso, sul petto. E in quel momento ritorna la voce. E urlo come mai avevo fatto in vita mia, con quelle bocche fameliche che si cibano della mia carne, lacerano i nervi fino ad arrivare al cuore che ancora sento pulsare, e lì, con acuti ululati di gioia i demoni s'avventano ..
Jo rimira il quadro. - Chi volete per cena?-
 T.<3

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