Ciao a tutti carissimi scrittori, come vi avevo anticipato dall'ultima volta che ho scritto in questa rubrica oggi tratteremo un argomento diverso e non uno schema drammatico.
Voglio
farvi presente, come sempre, che scrivo tutto questo non perché mi
reputi un ottimo scrittore; non sono qui per fanfaronare sulle mie
abilità, anzi sono sicuro che di strada ce n'è ancora molta da
fare, ma credo che per imparare bisogna condividere. Insomma, se
qualcun altro non avesse condiviso le sue capacità io adesso
probabilmente non saprei molte cose sulla scrittura. Scrivo di questo
per esperienza quindi, non per sapienza.
Spero
che per voi i miei consigli equivalgano a un tesoro, per tutti quelli
che amano scrivere e che vogliono farlo come come professione oppure
come hobby.
Detto questo possiamo cominciare. Oggi voglio parlarvi dei pilastri di un racconto, dei quali io tengo conto ogni qualvolta io scriva. E' importantissimo per me creare una specie di mappa mentale sullo svolgimento della storia. Ognuno di voi lo farà sicuramente già, probabilmente senza troppo pensarci.
Detto questo possiamo cominciare. Oggi voglio parlarvi dei pilastri di un racconto, dei quali io tengo conto ogni qualvolta io scriva. E' importantissimo per me creare una specie di mappa mentale sullo svolgimento della storia. Ognuno di voi lo farà sicuramente già, probabilmente senza troppo pensarci.
Molti
autori infatti partono da un'idea e scrivendo di getto, mano a mano
che la storia avanza avviene anche la creazione dei personaggi. Beh
personalmente, accade di rado che io abbia questa facoltà e quindi
mi pongo delle domande fondamentali prima ancora di mettere per
iscritto il testo.
Anzi più che delle domande, in primis ci sono delle questioni da risolvere. Questioni che riguardano sè stessi, la propria persona. Mi spiego meglio: è l'atteggiamento di sé come narratore e il rapporto che si crea tra questo e il lettore.
Anzi più che delle domande, in primis ci sono delle questioni da risolvere. Questioni che riguardano sè stessi, la propria persona. Mi spiego meglio: è l'atteggiamento di sé come narratore e il rapporto che si crea tra questo e il lettore.
Quando
scriviamo tutto parte da un'idea che c'è balzata in mente
all'improvviso, per qualcosa che abbiamo visto o che abbiamo sentito;
come scrittori quindi, abbiamo il dovere di far vedere al lettore
quest'idea è come l'abbiamo vista e sentita in noi e l'emozione che
ci ha trasmesso. Sto parlando del punto focale del nostro racconto,
il pilastro centrale anzi, ancor meglio: il basamento della nostra
storia. Tutto ruota intorno a questo concetto che vogliamo esprimere,
esso ha il ruolo di rendere vera una storia, perché in questo modo
il racconto ha un fine, uno scopo, e non rimane solo il pensierino
delle elementari.
Questo
perché al lettore si deve dare una spiegazione, una
convinzione.
Quindi ecco che abbiamo il nostro punto focale da quali possiamo cominciare la nostra storia e di amarci in tutte le direzioni verso il lettore.
Io cerco sempre di fare una cosa arrivato a questo punto: cerco di immaginarmi mentre leggo poiché, se una persona vuole cominciare a scrivere ma non sa leggere, non sarà mai in grado di esprimere quello che pensa e che vede. Non parlo di analfabetismo parlo del non saper cogliere nella lettura di un libro di qualcun altro, il senso della storia, la trama e quello che ci vuole dire l'autore. Devo saper capire gli interrogativi che mi pone la storia e capirne poi la risposta. Vederne gli aspetti di temporizzazione all'interno del racconto. Quindi questo saper leggere, lo ritengo un ulteriore pilastro fondamentale per uno scrittore; sì direte voi, è una cosa ovvia, ma non è sempre così. Non sempre ci si chiede : ma io da lettore, capisco la cosa? Mi leggerei? Capirei l'intreccio della mia trama?
Tutti noi conosciamo quel detto che chi non capisce la propria scrittura è un asino di natura; beh diciamo che è il detto più giusto per quanto riguarda gli scrittori. Gli scrittori di un racconto sia che non siano vergati a mano ma anche scritto al computer, lo dico perchè da grafologo posso dirvi che no c'è una “Brutta scrittura” qualcuno scrive male, tali scritture possono solo significare diversi periodi difficili, o di dinamismo e momenti di pigrizia nella scrittura. Perdonate la digressione, dicevamo che saper cogliere è importantissimo. Bisogna saper prendere per mano il lettore e accompagnarlo lungo il panorama del nostro racconto.
Il terzo pilastro che voglio affrontare con voi sono le diramazioni. Queste partono dall'idea centrale e sono le domande principali Il come ed il che cosa.
Quindi ecco che abbiamo il nostro punto focale da quali possiamo cominciare la nostra storia e di amarci in tutte le direzioni verso il lettore.
Io cerco sempre di fare una cosa arrivato a questo punto: cerco di immaginarmi mentre leggo poiché, se una persona vuole cominciare a scrivere ma non sa leggere, non sarà mai in grado di esprimere quello che pensa e che vede. Non parlo di analfabetismo parlo del non saper cogliere nella lettura di un libro di qualcun altro, il senso della storia, la trama e quello che ci vuole dire l'autore. Devo saper capire gli interrogativi che mi pone la storia e capirne poi la risposta. Vederne gli aspetti di temporizzazione all'interno del racconto. Quindi questo saper leggere, lo ritengo un ulteriore pilastro fondamentale per uno scrittore; sì direte voi, è una cosa ovvia, ma non è sempre così. Non sempre ci si chiede : ma io da lettore, capisco la cosa? Mi leggerei? Capirei l'intreccio della mia trama?
Tutti noi conosciamo quel detto che chi non capisce la propria scrittura è un asino di natura; beh diciamo che è il detto più giusto per quanto riguarda gli scrittori. Gli scrittori di un racconto sia che non siano vergati a mano ma anche scritto al computer, lo dico perchè da grafologo posso dirvi che no c'è una “Brutta scrittura” qualcuno scrive male, tali scritture possono solo significare diversi periodi difficili, o di dinamismo e momenti di pigrizia nella scrittura. Perdonate la digressione, dicevamo che saper cogliere è importantissimo. Bisogna saper prendere per mano il lettore e accompagnarlo lungo il panorama del nostro racconto.
Il terzo pilastro che voglio affrontare con voi sono le diramazioni. Queste partono dall'idea centrale e sono le domande principali Il come ed il che cosa.
Ovvero:
come si arriva a quella scena? Come si è svolto quel tragitto
dall'inizio al punto focale? E molte altri esempi che non sto a
citare... Ma, il come avrà anche uno specchio e quindi anche
un'altra domanda importantissima: Il cosa. Esso indica a parer mio,
il cosa accade è un po' come parlare di causa-effetto queste due
domande il come e il cosa cioè il come succede e il cosa accade in
seguito a questo avvenimento. Domande non espresse narrativamente ma
che arrivano al cervello.
Queste
domande sono importantissime tanto per lo scrittore che deve stendere
la sua storia, quanto per il lettore che, per immedesimarsi nella
lettura deve porsi delle domande fino ad arrivare al concetto focale
che lo scrittore ha sottinteso. Si cerca l'attivazione del
sentimento di un lettore verso la mia storia.
Spero
che questi primi tre pilastri di cui vi ho parlato in qualche modo
possano aiutarvi. A presto!
T.<3
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