Fin da quando io ne abbia memoria, ho
sempre odiato le scimmie. Le scimmie e il loro scimmiottare. Andavamo
allo zoo con la scuola e, davanti la gabbia di questi primitivi i
miei compagni mi additavano ridacchiando.
Sì proprio non potevo soffrire quegli
stupidissimi animali, sarà per il loro verso che ricordava tanto il
mio, ma che ci potevo fare se ero nato così. Io non potevo più
sentirmi oramai, ma ricordo da piccolo quei suoni sgraziati che mi
uscivano dalla bocca, assomigliavo tanto a una scimmia, per questo
ora evitavo completamente di provare a parlare, e menomale oserei
dire, che nemmeno potevo sentire le offese che mi venivano fatte.
Aver perso totalmente anche l'udito nell'età in cui, normalmente, i
bambini cominciano a parlare, è stata quasi una benedizione più che
una sfiga.
Ho una mia tutrice, alquanto figa
oserei dire: Capelli biondo cenere, occhi azzurro/grigi, labbra piene
e un viso asciutto, purtroppo però anche lei mi tratta con
deferenza. Non posso fargliene una colpa certo, ma, come con lei
anche il rapporto con tutti gli altri coetanei diventa insostenibile.
La conversazione diventa indispensabile
a quest'età, con le prime cotte, le prime delusioni e incazzature,
le feste che ti lasciano alle quattro di notte a vomitare in piscina
o, qualsiasi altra matta cosa che ti venga in mente di fare.
La cosa buffa?: Da quando mi sono reso
conto dell'importanza di questi due sensi passo i miei pomeriggi allo
zoo, e sì, guardo le scimmie. E continuo ad odiarle.
Dopo un po' che
le guardo noto la loro intelligenza, sagacemente nascosta dalla
natura dietro la goffaggine data dagli arti spropositati, i loro
piccoli occhietti perfidi, iniettati di sangue si accaparrano tutto
ciò che vedono, e che possono sgraffignare con quelle manacce
sudicie.
Saranno pure brutte, saranno pure primitive, sarò pure un
loro discendente ma, 'ste mangiabanane possono parlare tra loro anche
con un versaccio di merda. Fossi io a potermi esprimere così, farei
scappare una volta per sempre le persone accanto a me.
Dannate scimmie.
Beh, perlomeno il linguaggio dei
sordomuti non prevede che io mi gratti le ascelle.
Non che sia molto
bello esprimersi a gesti visto che mi fa sembrare un delirante in
attesa di sedativo, ma posso conviverci, anche mio zio infatti è
sordomuto e lui mi è sempre stato accanto. La genetica aveva saltato
mio padre ricadendo su di me, una cosa del quale mio padre si era
scusato fin troppe volte, lui non lo capiva, ma non gliene avevo mai
fatto una colpa.
Con la scusa che aveva il fratello
sordomuto imparò presto ad usare il linguaggio dei segni, con mio
padre era facile capirsi, e le nostre mute conversazioni non mi
pesavano, anzi, mi davano sollievo, soprattutto in casa dove non mi
ero mai sentito il benvenuto.
Mia madre infatti, non si può definire quell'esemplare femmina di mammifero, dotato di
pazienza e pronta al sacrificio e all'amore incondizionato verso i figli, al
contrario, posso classificarla come: Barbie.
Perennemente in tiro,
anche in casa manco dovesse fare una sfilata da un momento all'altro,
prediligeva le serate con le amiche da cui tornava il mattino
seguente, distrutta e con una scatola intera di moment sul comodino
pronta all'uso. Mio padre totalmente diverso, non accennò mai al
divorzio, evidentemente perchè cercava di non allontanarla ancora di
più o boh, non saprei a dir la verità, comunque sia lasciava che
mia madre facesse la bambina purchè mi trattasse decentemente, e
questo stava a significare con indifferenza. L'unica cosa che ora mi
sentivo dire da lei era di imparare ad usare quel muscolo che era
l'udito, solo così potevo imparare a parlare, solo così sarebbe
potuta uscire con me allo scoperto.
In quel momento mi parve di
riconoscerla in una tra le scimmie dello zoo. Mi fissa, poi
scorreggia , si annusa il culo per capire se sia venuta da lì
e subito saltella agitata.
Sì cara, sei tu a puzzare di merda.
Quando la
sentivo parlare, mia madre, non la scimmia, diventavo spasmodicamente
cinico, non la odiavo ma ancora mi risultava difficile non augurarle
la mia stessa condizione.
Le persone passeggiano tranquillamente
in questa giornata soleggiata, danno un saluto ai cari pinguini
vestiti da maggiordomo, e ridono dei babbuini dal culo pelato. Ma non
si accorgono che tra le loro voci, si perdono migliaia di piccoli
movimenti e sensazioni che solo i sordomuti possono vedere.
Le persone pensano di potersi prender
gioco di me, ma si sbagliano alla grande. Non sono sordomuto. Sto
prendendo per il culo tutti quanti, tutto il mio mondo. Scusa papà.
Perchè? Beh semplice..
Questo è il primo capitolo del
racconto intitolato: Assordante realtà. Spero vi piaccia e vogliate
seguirmi passo passo fino al termine della storia, e oltre ;) .
Vi aspetto! <3
T.
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