lunedì 9 maggio 2016

Voltaire. Utopia tragicomica.

C'è stato un tempo in cui gli ideali scuotevano le masse, invogliavano le persona a credere ad uno scopo sociale e collettivo, ora però anche il solo provare a realizzare in minima parte suddetti ideali diventa difficile.
Oggi voglio esprimere il mio pensiero riguardo un'ideologia che ho ritrovato leggendo alcuni libri di storia, partendo da una nozione appunto storica. Sicuramente tutti voi conoscerete il caro, vecchio Voltaire, in due parole, scrittore, filosofo , drammaturgo e via andando del Diciottesimo secolo. Ebbene quest'uomo riporta una frase che rimane tutt'ora in vigore, almeno sulla carta : la legge dev'essere chiara, uniforme e precisa. 
Appena ho letto questa frase son scoppiato a ridere, insomma dai! Utilizzata così spesso dai tribunali e in politica ha assunto un significato totalmente diverso che può passare benissimo per un'utopia, anzi, sono sicuro che vadano cosi a braccetto queste parole, che bisognerebbe inserirle nelle enciclopedie come un'unica frase: L'utopica ideologia di una legge chiara e precisa. Ecco, questa frase completa l'immagine della realtà .

 
Come può essere infatti che per secoli, per generazioni, diverse forze politiche e sociali abbiano utilizzato la medesima frase come spinta e motto senza alcun risultato soddisfacente?! Andiamo dai capitalisti, ai socialisti, dai religiosi agli atei riconoscendo a tutti questi la professione della medesima frase, con scarsissimo successo direi infatti, arrivando al mondo d'oggi non so voi ma senza nozioni di base sul diritto io non ci capisco 'na mazza se leggo una legge, aggiungendo inoltre che per ognuna di queste leggi ci sono mille scappatoie, per il quale non possiamo definirle “precise”. La legge da dettato univoco che doveva essere è diventata una voce equivoca, incapace di mantenere uno stato in costante crescita e uguaglianza.
La soluzione c'è, esiste, ma vorrebbe dire affrontare una precipitazione nel caos, cui moltissimi di noi non potrebbero resistere perchè troppo abituati a farsi forzare la mano, o troppo abituati a vivere nell'agio a spese d'altri. Si tratta di un unico pensiero, difficile da pronunciare, impossibile da credere: per ottenere quella legge chiara e precisa di cui parla Voltaire non devono esserci ricchi o poveri. 
I soldi sul conto di ogni persona a fine mese devono risultare uguali per tutti, ma non si tratta solo di una questione economica, gli uomini infatti hanno bisogno di sentirsi accettati e ascoltati, non ci dev'essere perciò la distinzione d'importanza come tra un famoso attore e un "nettacessi”, senza quest'ultimo l'attore cagherebbe su un porcile. 
Senza il poveraccio che fabbrica palloni l'intero mondo calcistico e con esso tutti i calciatori fallirebbero. Ma la mia paura più grande è che anche quest'idea rimanga un'utopia, vedete, bisognerebbe ricordarsi più spesso che ogni cosa che utilizziamo nella vita quotidiana viene fatta da altre mani, da sconosciuti senza iquali ci priveremmo di qualcosa: Televisione, radio, macchina, doccia, letto, divano, penna, computer. 
Io stesso in questo momento sto utilizzando un oggetto costruito da qualcuno che non conosco, qualcuno a cui devo esser grato, soprattutto se un giorno diventassi uno scrittore di successo proprio in quel momento dovrò ricordarmi che non sarei nessuno senza questa persona, senza tanti altri sconosciuti che mi hanno permesso tante comodità.
Perchè non possiamo inserire nelle nostre vite un post-it del tipo : Ricorda chi ha fatto ciò che userai oggi e quanto gli devi. Per quanto infatti tu possa rittenerti famoso o meno, avere questo post-it perennemente presente ti aiuterebbe a trattare gli altri allo stesso modo di un tuo pari.
Ecco, Taddeo vi ha portato un'ulteriore utopia da aggiungere a quella che vanno professando da secoli, speriamo solo che questa un giorno diventi fattibile, magari prima che io ci lasci le penne perchè sarei proprio curioso di vederlo.
Vostro T. <3

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