martedì 1 marzo 2016

I 1000 e 1 giorno da Senile. (Parte 1a)


Sgabello.
Lavandino.
Salviette. ​
Avevo tutto, cominciava un'altra giornata. Ti svegliava una pillola, che prontamente fingevo d'ingoiare portando indietro la testa, spingendola invece su per una narice. 
Veniva la parte più dolorosa adesso. Cominciai a soffiare e sbuffare tenendo premuta la narice buona. -Cazzo!- Sangue misto a muco slavinarono giù dal naso prima che uscisse la dannata pasticca.
Quella routine stava costando cara al mio corpo già deturpato dalla maledizione della vecchiaia. 
Ero ben lontano dal vedermi col cazzo raggrinzito, lo controllavo ogni sera, per esser sicuro che almeno quello non avesse subito drastici cambiamenti.​
-Oh Jorghen. Ma guarda, anche in cesso stai!- Allampanato, occhi vitrei e pelle da carlino. Robbi era l'immagine della vecchiaia a cui dovevo sopravvivere, gli mancava solo la mannaia per esser la morte in zero carne e solo ossa.
Negli anni avevo imparato a controllare le mie emozioni per questo periodo ma, giuro, lui l'avrei ammazzato con le mie mani.
-Ormai tu non hai più niente da cagare Robbi, fuori dai coglioni.-
-Le infermiere lo dicevano che sei scontroso, eh è la vecchiaia amico mio!-
Per forza d'abitudine il mio sguardo cercò lo strumento piu adatto per farlo sembrare un incidente. Ma fu solo un attimo, e mi ricomposi.
-Caro Robbi io non sono vecchio! E ci tengo alla tua salute, se vai in bagno da quanto magro sei, cagherai l'intestino per poi morire tra atroci dolori, lo capisci vero?-
-Io lo dicevo che sei un amco Jorghen!-  Se ne andò all'apice della felicità, canticchiando il nostro nome come fossimo una coppietta. Mancava poco che cominciasse a saltellare come heidi. Lo seguii con lo sguardo dalla porta, forse aveva davvero da cacare: una macchia marrone cominciava a delinearglisi sulla patta , ma era troppo contento per accorgesene.
Meglio così, nessuno in giro. Era ora di ripulire il macello che avevo fatto scaccolandomi. Se mi avessero beccato che non prendevo le pastiglie sarebbe stato tutto invano: lo sforzo di sopportare per mesi quel posto, quei vecchi malati che mi davano il voltastomaco.
Raggiunsi in fretta la sala per la colazione cercando di non farmi notare troppo. “Destra, sinistra e passo sbilenco. Destra , sinistra e passo sbilenco." Una nenia per ricordarmi la camminata da avere, e una per non schizzar male vedendo tutta quella bava scendere dalle loro bocche slavate fino alle ciotole. Sfido io che ci mettevano cosi tanto a mangiare sti cazzo di rinco'!​

T.

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