giovedì 3 marzo 2016

Nuvole di pensieri


"Non anche stanotte. No, Dio ti prego..!" La guancia sinistra pizzica, comincia a bruciare dando la sensazione di sentirla schiacciata da un peso invisibile contro il cuscino. Piano piano la medesima sensazione s'insinua tra le coperte lungo tutto il lato sinistro del corpo.
Del braccio poi, non ne parliamo, un arto ormai per conto suo. Potevo toccarlo, pizzicarlo e nonostante tutto non pareva appartenermi. 
-Beh se la mettiamo cosi.- Mi girai sul fianco destro lasciando cadere il braccio fuori dal letto, lentamente il sangue riprese a fluire rifuggendo la paura di un'amputazione immatura.
-Uff. No. Nemmeno questa va eh!?-
 A pancia in su, a pancia in giù.. -Eh che cavolo! - Ecco, il culo era il cuscino più morbido di sempre, certo , non potevo dormire da seduto o in piedi come i cavalli.
D'improvviso l'udito sembrò farsi più acuto , abituato a quei momenti mi mise in allarme. E lo sentii, e lo sentì tutto il corpo rabbrividendo. Spalancai finestra e balcone avendone la conferma. Gelido e sferzante il Vento scuoteva l'albicocco in cortile facendogli piangere fiori ormai appassiti , tassista involontario della tempesta muoveva velocemente nuvole che, sempre più incazzose e incalzanti, minacciavano di far sentire la loro versione con quella pioggia trasversale che mi sbatteva sul viso entrando dalla finestra..

                                                                        ***
Aspettate, è doverosa una piccola introduzione . Già da ieri sera pensavo al post che avrei messo oggi ma , per quanto mi sforzassi, non riuscivo a tirar fuori niente da questa mente di solito fin troppo piena. 
Non riuscivo a dormire , come avrete capito, a causa del tempo. E che dire, alla fine ho deciso di riflettere e raccontare con voi proprio di questo. Di quello che, in quei momenti mi suggeriva il cuore. Non è insolito infatti che le persone, risentano delle condizioni atmosferiche siano esse sorriso o lacrime. 
                                                                        ***
Deluso dalla mancanza di sonno, rimasi sulla finestra, incurante della pioggia che entrava bagnando il pavimento. Non sopportavo faticare a dormire, ma non riuscii a tenere a lungo il broncio ascoltando quei suoni. La dissonanza umana stonava a confronto.
"Perché mi pesano così tanto I cambiamenti atmosferici? Perché non posso essere io a pesare su di loro facendo il bello o il brutto tempo?!"
Perché questa è un'unica voce: quella della natura, intonata e accordata, che ero costretto ad ascoltare. In un certo modo portava malinconia al mio essere, la sensazione di trovarmi in balia di quelle onde trasparenti e inafferrabili era struggente.
Di una felicità struggente. Perché in tutto questo c'è una nota dolce, la sicurezza che io, che noi, non possiamo stonare sulla melodia del tempo, siamo in qualche modo obbligati a ballare la sua mazurca.
Non è una scelta, non ne siamo consapevoli e non saremmo in grado di fare altrimenti. Quella, la parte più profonda insita in noi, è indissolubilmente legata alla natura e alle sue leggi. La nostra Anima. La parte più sensibile che può renderci forti, pazzi o a pezzi.
Ma una cosa non può fare: combattere la vita, e questa, comprende la natura tanto quanto noi
Sospirai. La luna mi salutò facendo capolino dietro una nuvola come a dire: Ehi non lo dimenticare, ci sono anche io. Non luminosa come il sole, ma, altrettanto dolce in queste notti.
"Non posso, non posso arrabbiarmi con tutto questo. Non posso arrabbiarmi con me stesso"
Ora vi saluto cari amici, con l'augurio che il vostro sonno sia tranquillo e rigenerante.
Buonanotte.
T.

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