martedì 29 marzo 2016

Quando il cuore pesa. (Parte prima)

Prima di esporre questo testo devo dare delle avvertenze:
Non sono razzista. Razzista non si nasce, si diventa.
Non sono però nemmeno accondiscendente. L'accondiscendenza in taluni aspetti vanta solo la paura di reagire o un proprio tornaconto.
Non scriverei questo post se fossi uno che raccoglie informazioni dalla televisione senza toccar con mano la realtà. Perciò sappiate che ogni cosa qui sotto riportata è stata personalmente vissuta o vista.
Detto questo posso cominciare, e lo farò dicendovi che quest'argomento mi pesa molto, mi rende triste e questo vale sicuramente per tutti gli italiani.
Con l'appellativo "Italiano", includo coloro che sono nati qui, da famiglia italiana; non coloro che hanno chiesto e ricevuto la cittadinanza. Questa distinzione non è scelta ma dovuta, poiché desidero riprendere il concetto di "Italiano" appunto, che abbiamo perso nella successione degli eventi avvenuti negli ultimi anni.

 
Esistono tre tipi di italiani; quello a cui non frega un cazzo del suo paese e dei suoi connazionali. Sono i cosiddetti politici e includerei anche i pionieri politici, quest'ultimi sono coloro che, dalla loro poltrona di casa preferita, la quale ormai ha preso la forma del loro culo, seguono e giudicano le azioni dei politici ma, non si preoccupano di partecipare attivamente per il bene comune andando a votare.
La seconda tipologia è l'italiano medio, colui che vive in questo sistema lavorando a testa bassa solamente per pagare le tasse. Si accontenta di ciò che ha, anche se molto spesso non è abbastanza per sopravvivere. Nonostante le sue difficoltà cerca di cambiare le cose, vive di speranze per il futuro dei suoi figli.
Alla terza e ultima tipologia appartengono quegli italiani che non vogliono nemmeno più esser considerati nativi di questo paese.
Secondo voi perché ho fatto queste distinzioni? Mi baso sulle caratteristiche delle persone?
Assolutamente no. Mi baso su una questione semplice ma al medesimo tempo così scottante e complicata da aver cambiato completamente la nostra vita: l' Immigrazione.
Già lo sento, udendo questa parola si scatena l'inferno. Un dolore a crescita esponenziale, senza cura, si può provare solamente un pò di sollievo portando molta, moltissima pazienza. Ma anche questa ha un limite e , una volta raggiunto, porterà sempre più astio nei nostri cuori.
Questo perché ci sentiamo profondamente amareggiati, e si, anche presi per il culo... da chi tiene le redini di questo paese ovvio!
L'accoglienza di queste persone ci viene mostrata da tutti i media come un grande atto d'eroismo, ma altro non siamo che marionette, piegate dai complimenti. 
Gli immigrati vengono visti come poveri, indifesi, per questo la propaganda c'invita (con obbligo ) a dar loro rifugio, (lasciandogli le chiavi di casa) e soddisfare ogni loro capricc.. scusate bisogno. Quando arrivano probabilmente sono davvero poveri, ma vi assicuro dopo poco lo sono già meno di un' italiano che sgobba tutto il giorno, in più, credo di poterli definire scafati piuttosto che indifesi, vista l'innata capacità che hanno nell'adoperare le mani per atti che hanno poco a che fare con una carezza amorevole.
Basta una frase a smontare tutto ciò che ci propinano i media:
         Esci di casa e vedrai tu stesso cosa sta accadendo,
                                                                                   a loro, "grazie" a loro,
                                                                                            a noi.


(Questo post non termina qui ma, essendo un argomento molto lungo, complicato da trattare e che mi sta molto a cuore preferisco pensarci bene e proporlo a puntate. In questo modo vi lascio anche lo spazio, anzi desidero ve lo prendiate, per dire la vostra mano a mano che andremo avanti.)

Vi ringrazio come sempre per la vostra attenzione,
Vostro T. <3

Nessun commento:

Posta un commento