-Tu..tu..tu. Tututu.- Niente.
Mà non
rispondeva, zia non rispondeva, nemmeno Jorgi e questa lista di
silenzi pareva allungarsi con l'andare delle chiamate cadute.
-Veeh!-
Era incredibile, un tempo il mio numero sul loro display li avrebbe
fatti saltare dalla sedia con la sicurezza che se non avessero
risposto nell'immediato avrebbero avuto delle grane.
Odiavo le cose complicate, le attese se
non portavano a nulla di buono, ma soprattutto, odiavo l'inutilità
di persone come mio nipote: Jorgi, non potevo però fare a meno di
sfruttarlo visto che l'entrata al manicomio era esclusa per i miei
uomini di fiducia, per la mia ex moglie e per mio figlio. Mi toccava
avere le visite con l'idiota che aveva contribuito a farmi finire in
questo merdosissimo posto.
Quel giardino senz'erba pareva
rispecchiare il mio stato d'animo. Arido.
Lo ero sempre stato certo, anche prima
di arrivare all'ospizio, ero arido di cuore, ma non mi ero mai
sentito così solo, la compagnia di certo non mi mancava, con tutte
le prostitute che facevano la fila ogni sera alla mia porta per un
verdone in più.
-Viih!- Quanto mi mancava quella
libertà. Alzai brache e mutande, eh sì, con la mancanza d'esercizio
pareva che l'attrezzo arruginisse.
-Aah cazzo!-
Sbattei violentemente i pugni
sul'isolata panchina del giardino, senza ricordare quanto facessero
male le nocche. “Fanculo, tutta colpa della droga!”
Io non mi facevo, non mi sarei mai
fatto e non avrei mai voluto vederla nella mia vita, odiavo persino
la neve per la somiglianza. Sapevo che con il mio giro d'affari in
tutto il mondo la Biancaneve avrebbe solo portato più controlli
dagli sbirri e quindi più rischi. Sì avrei guadagnato molto di più
e più in fretta certo, ma ero un tipo paziente, mai pizzicato
nemmeno per una chewiing gam e con la mia perseveranza avevo
costruito un impero sicuro.
E quando ci ripenso... Arrivò
l'idiota: Cricco, l'attuale secondo di mio figlio, diceva che aveva
un grosso affare per le mani, mio figlio , che non aveva mai
ascoltato il mio consiglio di guardarsi più dagli amici che dai
nemici gli diede retta, infognando velocemente quasi la totalità
dell'Impero. Dovetti vendere proprietà e riscuotere favori da mezzo
mondo e nonostante ciò dovetti impegnare il bene più prezioso: me
stesso. Impegnare non é il termine esatto ma la mia finta perdita
di ragione avrebbe permesso a quel mare di merda di sgonfiarsi. Era
questo il piano, per tornare poi a casa dimostrandomi alle autorità
pulito ancora una volta, mio figlio sarebbe stato catturato e miei
beni sarebbero rimasti intaccati perchè niente era a suo nome,
salvando così i miei sforzi di una vita dall'oblio.
Non mi sentivo un cattivo padre per
quella decisione, dipendeva tutto da una semplice regola del taccuino: non ammettevo
errori soprattutto dal mio genero.
A pensarci bene però, ancora non
capivo come avesse potuto fallire il piano. Il diario non lo
prevedeva, tra i pregiudicati appena arrestati doveva esserci mio
figlio, invece...
Il mio sguardo si spostò sul vecchio
edificio che mi ospitava. “Vaah!, mi sarei dovuto trattenere più a
lungo. Veeh!”
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