venerdì 11 marzo 2016

#Riflessi di #speranze.

Chi crede in Dio ha i dieci comandamenti a cui appellarsi per il proprio codice morale, chi è ateo costruisce la propria moralità basandosi sugli insegnamenti ricevuti o recepiti. 
A qualunque delle due categorie a cui tu appartenga due cose ti sono chiare, perché valgono per la gran parte degli esseri umani che hanno un cuore: Non si ruba e non si uccide. 
Questo perlomeno è ciò che si vorrebbe pensare generalizzando sulla natura delle persone, purtroppo però sappiamo che ad oggi, per molti è difficile mantenere questa condotta morale. Inoltre i misfatti non sono solamente omicidi e rapine, ma anche stupri e maltrattamenti sotto diverse forme. Certo, non si uccide il corpo ma appena la vittima viene corrotta da queste azioni, sono sicuro che sia la sua anima a rimanerne uccisa, e così , perdendo ciò che stabilisce l'emotività, anche questa persona sarà facilmente capace di pensare o svolgere a sua volta azioni altrettanto... impure.

 
Vien da chiedersi a questo punto se non siamo in qualche modo obbligati a diventare peggio delle bestie.
Dico questo perché ultimamente sono accaduti molti fatti, di questa natura, che tutti noi sicuramente conosciamo, il peggio è che viene data l'assoluzione istantanea e completa a chi commette questi reati.
Non mi ritengo razzista ma nemmeno troppo accondiscendente. Voglio solamente vivere la mia vita in santa pace, senza odio né rancore, senza paura e con onore. 
Ma sono davvero libero di farlo? 
Un uomo uccide uno straniero che voleva derubarlo. 
Un uomo spezza la mano allo straniero che lo stava per derubare. 
Un signore anziano viene pestato a sangue da uno straniero per un pugno di soldi. 
Tutti questi fatti vengono risolti dalla legge italiana sempre allo stesso modo: le persone che hanno agito in difesa di se stessi e dei propri beni, dovranno risarcire somme esorbitanti a queste persone piombate in casa loro per rubare. Riguardo l'anziano signore pestato a sangue, che non ha ovviamente reagito vista l'età , ha avuto il "piacere” d'avere come nuovo vicino di casa lo straniero in questione. Una casa data dallo stato. 
Ora, moltissime persone credono le attuali e nuove generazioni  razziste, personalmente penso che cosiddetta affermazione debba esser rivista: Gli italiani sono forzati a provare rancore verso queste persone d' altre terre.
La tortura è illegale. Beh, forse stanno bene attenti a definirla con altre parole ma, se mi fermo qualche istante di più, a vedere le cose da una prospettiva più ampia, posso notare che le faide, i tormenti, le torture e le vendette con cui venivano risolte le dispute secoli e secoli fa, hanno solo cambiato volto, utilizzando altri strumenti. Ad esser sincero preferivo gli strumenti di una volta e provare dolore fisico, piuttosto d'esser tormentato con rimorsi, pregiudizi e paure nate dall'imposizione al silenzio. Queste non fanno altro che renderci schiavi del sistema, e alla fine anche di noi stessi. Mi rattrista vedere la difficoltà che abbiamo nel tirar fuori le palle, nel far sentire la nostra voce, nell'urlare la nostra disapprovazione a queste ingiustizie. L'Italia non è formata da un seggio, da parlamentari o cos'altro, l'Italia ha questo nome perché formata da italiani. Ricordiamocelo. E, come tali abbiamo il diritto di scegliere come, quando e se parlare. 
Lo so è un argomento molto delicato, non sono qui a fomentare la rabbia di nessuno, ma è doveroso chiedersi il motivo di tutte queste tragedie che si stanno facendo strada sempre più facilmente nelle nostre vite e nei nostri cuori senza esser risolte o perlomeno chiarite. 
Se sono certo di una cosa, è che per affrontare le questioni e risolverle bisogna parlarsi da gentiluomini. Per far questo però bisogna aver la possibilità di parlare.
Ogni persona nasce con un diritto inalienabile: la felicità. Abbiamo diritto ad essere felici e ciò vuol dire anche non sentirci minacciati. La minaccia altro non è che la limitatezza nel potersi esprimere. Ecco questo è il punto cruciale. 
Un nodo che soprattutto gli scrittori possono capire. Ve lo immaginate un mondo dove l'espressione è limitata a poche parole, un mondo dove non abbiamo un vocabolario in continua espansione, come farebbe uno scrittore a completare la sua storia, a raccontare?. 
Siamo costretti all'impossibilità di risoluzione ad ogni problema, dobbiamo ricorrere a un giudice (Lo stato) che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato secondo le sue regole. Ci stiamo lasciando trasformare in pedine, abbiamo dato inconsapevolmente col nostro silenzio il permesso di costruire un gioco attorno a noi e, si sa, chi fa il gioco fa le regole.
Non so voi, ma mi vedo e mi sento in una stanza blindata, lasciato al buio. L'assenza di luce non chiarisce i miei pensieri, l'assenza di parole limita l'ossigeno disponibile. Mi sento soffocare e vedo la mia discendenza costretta a subire lo stesso martirio. 
Ma, ancora una volta, rimaniamo in silenzio.
Non pagherò anche l'aria da respirare, non mi farò pagare per ridurmi l'ossigeno. Io ascolto, leggo e scrivo.. perchè non dovrei parlare? Vivo con la speranza che le cose migliorino e soddisfare il mio diritto di felcità.
                                                                       ***
Un'argomento troppo vasto , ne sono coscente, come so che molti di voi la penseranno diversamente. Beh non importa, io sono qui per confrontarmi non fer far tacere nessuno di voi.
Vi aspetto e ovviamente portate tutti i vostri commenti!
T. <3

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