venerdì 1 aprile 2016

Quando il cuore pesa. (Parte seconda)

Ciao amici, ecco la seconda parte di Quando il cuore pesa. Spero l'argomento vi abbia interessato dal precedente post, mi aspetto molti commenti!
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Sguardi stranieri mi squadrano, mi seguono, scannerizzano il valore delle cose che indosso. Sono a gruppetti e non sia mai che mi permetta di sfiorarli con lo sguardo, altrimenti, saranno loro a “sfiorare” me. Già, perché hanno una concezione di sguardo curioso diversa, molto diversa, dalla nostra. Per loro la nostra curiosità è un gesto di sfida, e sappiamo che quando passeranno alle mani, all'arrivo della polizia risulteremo noi colpevoli di provocazione.
Incredibile eh?! Strano, con tutta questa propaganda benevola credevo fossero degli ospiti carini e coccolosi.. forse sono troppo esigente, ma sono anche cattivo? Si, perché riflettendo quando questi stranieri vengono intervistati diventiamo passabili di maltrattamento nei loro confronti.
No, non sono di certo come i cari pinguini del Madagascar, ma assomigliano a uno di loro: Rico, perché portano coltelli e armi varie e sono liberi di rubare e aggredire.

 
Secondo voi, nel mondo d'oggi posso permettere ai miei ipotetici figli e moglie di uscire senza scorta? Non esistono strade sicure.
Leggiamo sul giornale di attentati, di scippi, di aggressioni, e tutto ciò ci mette paura aumentando così il potere degli stranieri, aumentando la difficoltà nel rapporto civile che si potrebbe avere e costringendoci quasi a una visione razzista. Cominciamo così a vivere nel terrore che, il giorno seguente il peggio possa capitare a noi. 
Ma vi siete mai chiesti nel frattempo al vertice cosa fanno? Seguono svogliatamente l'andamento del loro paese su di un monitor come fossero davanti la televisione, ma, non piacendogli il programma girano canale. Come fossimo anime di un reality scadente, un reality che hanno creato loro stessi.
Continuano ad inserire nel paese suddette persone, e continuano a farlo attribuendogli l'appellativo di ospite. 
Non so da voi, ma a casa mia l'ospite non mi morde la mano per ottenere ciò che vuole a tutti i costi. E perché lo sappiate, se vi difendete l'avranno vinta loro di fronte a un giudice. Pensavo l'Italia avesse sempre professato l'immagine di una legge uguale per tutti, ma rimane solo immagine e basta, un concetto astratto e ben lontano dall'essere materializzato.
Dico davvero, mi pare d'esser sempre più cattivo e, giuro, la bile mi sale ancor di più pensando ai nostri doveri da ospite quando andiamo nei loro paesi: Non guardare le loro donne, non professare la nostra religione, obbligo del velo per le donne e zero, ripeto zero, diritti e tutela per la nostra incolumità. 
A breve l'ambasciata italiana in questi stati si trasformerà in albergo, perché l'unica stanza sicura da prender sarà li.
Dovremmo prendere le precauzioni australiane: Niente lavoro nè cittadinanza? Fuori. Crei disagio? Fuori. E tutto ciò a partire dai controlli dell'aeroporto e degli sbarchi. 
Prendiamo come esempio la Grecia: Sapevate che mandò via i barconi degli immigrati, per non sopperire ulteriormente sotto il peso della crisi finanziaria? 
Certo, ora si stanno riprendendo velocemente grazie alla loro uscita dall'UE ma, asseriscono che la loro ripresa non sarebbe potuta avvenire, con le spese di sostentamento di tutti quegli immigrati che ci stiamo sobbarcando noialtri.
La realtà la può vedere chiunque voglia davvero aprire gli occhi.
Una realtà critica. Gravante. Logorante.
Le nuove generazioni hanno una nuova parte del corpo lo sapevate? Beh no, non potevate saperlo, l'immagine l'ha partorita la mia testa. 
Pare una pazzia, ma, mi son visto sto povero ragazzo con il pulsante ON/OFF in mezzo agli occhi. É un tasto d'avvio, un tasto che cresce a una data età per compiere quel salto nella vita di ognuno : l'indipendenza. E cosa può darla? Il lavoro. 
                                          ... 

Vi lascio sospesi con quest'ultima frase :P, ci vediamo al prossimo post con l'epilogo di questa riflessione.
T.  

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