martedì 26 aprile 2016

La nera signora dalla lunga falce.

21 Aprile 2016. Muore un'amica, muore una coetanea. Un'altra giovane vita si spegne e la parte più difficile da sopportare, è vedere il dolore negli occhi di suo moroso.
E' strano, è surreale. Da piccolo pensavo che solo i vecchi morissero, e forse ancora adesso pur non essendo così giovane lo penso, è per questo motivo che la notizia della morte di una coetanea mi fa trasalire, mi spaventa, mi fa pensare.
Ma soprattutto mi fa domandare: come voglio morire?

 
Certo non è che la risposta si possa decidere, ma nel profondo, si coltiva sempre quella richiesta silenziosa alla vecchia signora con la falce, di lasciarci fino al compimento dei nostri obiettivi, fino ad aver raggiunto la felicità.
Il fatto è che trovo anche in questo raggiungimento della felicità un grande, enorme ostacolo.
Per quanto mi riguarda, è un'emozione che ancora fatico a immaginare e provare, è presente nei momenti che precedono un momento importante della mia vita, è presente tra il raggiungimento di un obbiettivo e quello seguente, è presente tra un Sì e il prossimo No. La felicità è fugace, è il dolce venticello primaverile, lo annuso, è buono, ma non posso intrappolarlo, l'unica cosa che puoi trattenere di quest'emozione è il sorriso, e lo faccio, ma è dura, mi sento meschino a mostrarmi sorridente quando non ho nulla per cui farlo.
E la nera signora s'avvicina.
Sto sorridendo. Sorrido tristemente ai genitori di questa ragazza mentre gli porgo le mie condoglianze, il prete racconta di quanto Marta facesse per la comunità, di quanto si stesse prodigando per i giovani, e la marea di gente presente si commuove, piange, sussurra.
So cosa Non voglio al mio funerale: questo. Non voglio mormorii, pianti e rimpianti, lo so, sono inevitabili e probabilmente più del mio sorriso, è meschina questa richiesta. Ma non sopporterei vedere chi mi ama soffrire così, non posso diventare immortale ma desidero che l'opinione sulla morte cambi in modo tale da mostrare il trapasso in maniera più... leggera..?!
Beh tanto tu sarai morto al tuo funerale. Giustamente starete pensando a questo, ma, sappiate che quando sentirò che il momento d'incontrare la morte è vicino, mi assalirà la consapevolezza del dolore altrui, una consapevolezza che non voglio perchè rovinerebbe la mia essenza anche dopo il trapasso.
E la nera signora s'avvicina.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni secondo va vissuto, non so cosa mi aspetta, non immagino quando nè come me ne andrò, ma verrà il mio turno, devo solo decidere di viverlo diversamente, di essere soddisfatto dalle mie azioni e di vedere che le persone mi ricordano con il solo e unico vero sorriso. Sarò egoista, ma voglio che nel mio giorno, le persone brindino alla mia salute e non con lacrime amare. Non voglio una cerimonia, mi basterebbe un addio suilenzioso sulla cima di una scogliera, lì dove le onde s'infrangono violentemente, scuotendo i cuori con l'immensa forza della terra e del mare , io voglio essere un combattente e lo sarò anche in quel momento e per sempre tra quei flutti.
E la nera signora s'avvicina.
Nera signora, quando arriverai non mi coglierai impreparato. Sarò presente e ti vedrò, ti guarderò prendermi mentre sono seduto sulla mia poltrona preferita di fronte al dolce calore del caminetto. Con la mano destra stringerò forte la mano della mia futura moglie, sarà un addio caloroso, romantico.
Sorriderò con te nera signora, riderò di te, perchè non sarai tu a portarmi via tutto ciò che ho, sarò io ad abbracciare l'intera mia vita in un solo sorriso.
Voglio spegnermi come una candela che ha finito la cera con cui è nata, non per un soffio di vento e tempesta.
Il mio ultimo respiro non sarà un rantolo, ma un'esalazione di speranza e felicità, sapendo che ho dato.
Ho vissuto, vivo, vivrò. Sempre e per sempre.
E la nera signora s'allontana.
T.

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