21 Aprile 2016. Muore un'amica, muore
una coetanea. Un'altra giovane vita si spegne e la parte più
difficile da sopportare, è vedere il dolore negli occhi di suo
moroso.
E' strano, è surreale. Da piccolo
pensavo che solo i vecchi morissero, e forse ancora adesso pur non
essendo così giovane lo penso, è per questo motivo che la notizia
della morte di una coetanea mi fa trasalire, mi spaventa, mi fa
pensare.
Certo non è che la risposta si possa
decidere, ma nel profondo, si coltiva sempre quella richiesta
silenziosa alla vecchia signora con la falce, di lasciarci fino al
compimento dei nostri obiettivi, fino ad aver raggiunto la felicità.
Il fatto è che trovo anche in questo
raggiungimento della felicità un grande, enorme ostacolo.
Per quanto mi riguarda, è un'emozione
che ancora fatico a immaginare e provare, è presente nei momenti che
precedono un momento importante della mia vita, è presente tra il
raggiungimento di un obbiettivo e quello seguente, è presente tra un
Sì e il prossimo No. La felicità è fugace, è il dolce venticello
primaverile, lo annuso, è buono, ma non posso intrappolarlo, l'unica
cosa che puoi trattenere di quest'emozione è il sorriso, e lo
faccio, ma è dura, mi sento meschino a mostrarmi sorridente quando
non ho nulla per cui farlo.
E la nera signora s'avvicina.
Sto sorridendo. Sorrido tristemente ai
genitori di questa ragazza mentre gli porgo le mie condoglianze, il
prete racconta di quanto Marta facesse per la comunità, di quanto si
stesse prodigando per i giovani, e la marea di gente presente si
commuove, piange, sussurra.
So cosa Non voglio al mio funerale:
questo. Non voglio mormorii, pianti e rimpianti, lo so, sono
inevitabili e probabilmente più del mio sorriso, è meschina questa
richiesta. Ma non sopporterei vedere chi mi ama soffrire così, non
posso diventare immortale ma desidero che l'opinione sulla morte
cambi in modo tale da mostrare il trapasso in maniera più...
leggera..?!
Beh tanto tu sarai morto al tuo
funerale. Giustamente starete pensando a questo, ma, sappiate che
quando sentirò che il momento d'incontrare la morte è vicino, mi
assalirà la consapevolezza del dolore altrui, una consapevolezza che
non voglio perchè rovinerebbe la mia essenza anche dopo il trapasso.
E la nera signora s'avvicina.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e
ogni secondo va vissuto, non so cosa mi aspetta, non immagino quando
nè come me ne andrò, ma verrà il mio turno, devo solo decidere di
viverlo diversamente, di essere soddisfatto dalle mie azioni e di
vedere che le persone mi ricordano con il solo e unico vero sorriso.
Sarò egoista, ma voglio che nel mio giorno, le persone brindino alla
mia salute e non con lacrime amare. Non voglio una cerimonia, mi
basterebbe un addio suilenzioso sulla cima di una scogliera, lì
dove le onde s'infrangono violentemente, scuotendo i cuori con
l'immensa forza della terra e del mare , io voglio essere un
combattente e lo sarò anche in quel momento e per sempre tra quei
flutti.
E la nera signora s'avvicina.
Nera signora, quando arriverai non mi
coglierai impreparato. Sarò presente e ti vedrò, ti guarderò
prendermi mentre sono seduto sulla mia poltrona preferita di fronte
al dolce calore del caminetto. Con la mano destra stringerò forte la
mano della mia futura moglie, sarà un addio caloroso, romantico.
Sorriderò con te nera signora, riderò
di te, perchè non sarai tu a portarmi via tutto ciò che ho, sarò
io ad abbracciare l'intera mia vita in un solo sorriso.
Voglio spegnermi come una candela che
ha finito la cera con cui è nata, non per un soffio di vento e
tempesta.
Il mio ultimo respiro non sarà un
rantolo, ma un'esalazione di speranza e felicità, sapendo che ho dato.
Ho vissuto, vivo, vivrò. Sempre e per
sempre.
E la nera signora s'allontana.
T.
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