Sapete, non avrei mai detto che sarei arrivato a fare lo scrittore, che questa, sarebbe stata la mia passione, la mia aspirazione più grande.
Dovevo fare l'inventore!
Questo negli anni
precedenti l'adolescenza, poi divenni una futura guardia forestale,
poi l'attore, poi ancora un biologo, finchè non si delineò di fondo
quest'idea, che trasformandosi da una piccola onda all'orizzonte,
divenne alta marea e infine lo tsunami che mi lasciò sulle rive
inchiostrate di sempre più libri.
Possiamo dire che il
lavoro "scelto" da piccoli, è dovuto alla curiosità che
questo, ci ha instillato in un dato momento. Io, per esempio, leggevo
moltissimi "Topolino", per passione paterna, dove vedevo il
genio Archimede inventarne una più del diavolo e questo, mi aveva
fatto venire una voglia pazzesca di fare l'inventore.
Un'idea sfumata
velocemente, causa: adolescenza. Una fascia d'età disseminata di
desideri, derivanti per la maggiore, dalla perdita d'innocenza
dell'età che la precede. Sì, il desiderio è guida dei nostri passi
o meglio del nostro testosterone in quest'età, dove, diventare
famosi, essere ricchi, avere il ragazzo/la ragazza più fica della
scuola, sono le aspirazioni che ci appaiono più sensate. Ciò vuol
dire che il ragazzo vorrà diventerà un grande sportivo o un attore,
la ragazza vorrà fare la cantante oppure l'attrice.
Sempre più spesso a
moltissimi giovani, capita di non uscire mai per davvero da questa
fase adolescenziale, rimangono in qualche modo intrappolati nella
rete costruita dalla televisione dove tutti sono famosi e tutti sono
magnifici. Ma noi lettori, scrittori, pensatori sappiamo che i libri
raccontano tutt'altre storie. I giovani ventenni, venticiquenni che
superano questa fase, si rendono conto della realtà, si rendono
conto che ciò che li circonda, non è per nulla semplice o colorato
come lo dipingono le favole mondane, e, quello che inizialmente
spingeva le nostre scelte, prima curiosità, poi desiderio, ora
diventa speranza.
E' la speranza che
continua a farmi credere di poter essere uno scrittore. Ho cercato di
immaginarmi questa "cosa" ma somiglia, ahimè, sempre più
a una medaglia.
Com'è risaputo la
medaglia ha due facce, così come la Speranza. Non è solo quel verde
smeraldo che alla lunga può portarti ovunque, no, è anche un peso.
Non tutti sono in grado di sperare, di farlo davvero, di farlo per
anni, di farlo nei momenti in cui la luce sembra sempre più lontana
e i fantasmi dell'insoddifazione si cibano voracemente della nostra
autostima. E' un peso perché chi spera, non sempre riesce a vivere
appieno il presente, aspettandosi che qualcosa di buono, di bello si
presenti solo il giorno seguente.
Perché sperare allora?
Perché tantissimi consigliano sempre di avere speranza?!
Questa è l'altra faccia
della medaglia.
Vi è mai capitato di
avere una collana al collo che non vuole saperne di stare sul lato in
cui la mettete voi? Sì, a me un sacco di volte. Ecco, possiamo dire
che il lato buono della speranza è quello più difficile da vedere,
da mostrare, da controllare.
Per questo ho fatto una
furbata: ho intrappolato la mia speranza, su entrambi i lati della
mia medaglietta. Si tratta di una singola, ma importantissima frase:
"La goccia scava la pietra", cosicché dovunque la giri,
sia sempre la stessa benevola speranza.
Già, io sono uno degli
inguaribili sognatori che vive di speranza! Forse perchè nessuno mi
ha mai regalato niente, forse perché me la son sempre dovuta cavare
da solo, forse perchè so e riconosco i fantasmi dell'insoddisfazione
nella mia vita. Ma non mi nascondo da essi, li cerco, li faccio miei
compagni, non per autolesionismo, non perchè ledano la mia autostima
ma perchè, riconoscendo e accettando i miei punti deboli so dove
posso rimediare. E nessuno, nessuno mai in questo modo, potrà usare
le mie debolezze contro di me.
E' questo il lato buono della verde medaglia. Il coraggio, non il coraggio di sopravvivere ma il coraggio di Vivere.
E' questo il lato buono della verde medaglia. Il coraggio, non il coraggio di sopravvivere ma il coraggio di Vivere.
Questa medaglietta mi è
stata regalata dalla persona per me più importante, la persona che
ha avuto fiducia in me e nella mia speranza. Non la tolgo e non la
toglierò mai, perchè sentirla sul mio petto mi fa sentire vivo. Mi
fa capire di cosa vivo: speranza.
T. <3
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