domenica 10 aprile 2016

Agua de vida!


 Sapete, non avrei mai detto che sarei arrivato a fare lo scrittore, che questa, sarebbe stata la mia passione, la mia aspirazione più grande.
Dovevo fare l'inventore!
Questo negli anni precedenti l'adolescenza, poi divenni una futura guardia forestale, poi l'attore, poi ancora un biologo, finchè non si delineò di fondo quest'idea, che trasformandosi da una piccola onda all'orizzonte, divenne alta marea e infine lo tsunami che mi lasciò sulle rive inchiostrate di sempre più libri.
Possiamo dire che il lavoro "scelto" da piccoli, è dovuto alla curiosità che questo, ci ha instillato in un dato momento. Io, per esempio, leggevo moltissimi "Topolino", per passione paterna, dove vedevo il genio Archimede inventarne una più del diavolo e questo, mi aveva fatto venire una voglia pazzesca di fare l'inventore.
Un'idea sfumata velocemente, causa: adolescenza. Una fascia d'età disseminata di desideri, derivanti per la maggiore, dalla perdita d'innocenza dell'età che la precede. Sì, il desiderio è guida dei nostri passi o meglio del nostro testosterone in quest'età, dove, diventare famosi, essere ricchi, avere il ragazzo/la ragazza più fica della scuola, sono le aspirazioni che ci appaiono più sensate. Ciò vuol dire che il ragazzo vorrà diventerà un grande sportivo o un attore, la ragazza vorrà fare la cantante oppure l'attrice.

 
Sempre più spesso a moltissimi giovani, capita di non uscire mai per davvero da questa fase adolescenziale, rimangono in qualche modo intrappolati nella rete costruita dalla televisione dove tutti sono famosi e tutti sono magnifici. Ma noi lettori, scrittori, pensatori sappiamo che i libri raccontano tutt'altre storie. I giovani ventenni, venticiquenni che superano questa fase, si rendono conto della realtà, si rendono conto che ciò che li circonda, non è per nulla semplice o colorato come lo dipingono le favole mondane, e, quello che inizialmente spingeva le nostre scelte, prima curiosità, poi desiderio, ora diventa speranza.
E' la speranza che continua a farmi credere di poter essere uno scrittore. Ho cercato di immaginarmi questa "cosa" ma somiglia, ahimè, sempre più a una medaglia.
Com'è risaputo la medaglia ha due facce, così come la Speranza. Non è solo quel verde smeraldo che alla lunga può portarti ovunque, no, è anche un peso. Non tutti sono in grado di sperare, di farlo davvero, di farlo per anni, di farlo nei momenti in cui la luce sembra sempre più lontana e i fantasmi dell'insoddifazione si cibano voracemente della nostra autostima. E' un peso perché chi spera, non sempre riesce a vivere appieno il presente, aspettandosi che qualcosa di buono, di bello si presenti solo il giorno seguente.
Perché sperare allora? Perché tantissimi consigliano sempre di avere speranza?!
Questa è l'altra faccia della medaglia.
Vi è mai capitato di avere una collana al collo che non vuole saperne di stare sul lato in cui la mettete voi? Sì, a me un sacco di volte. Ecco, possiamo dire che il lato buono della speranza è quello più difficile da vedere, da mostrare, da controllare.
Per questo ho fatto una furbata: ho intrappolato la mia speranza, su entrambi i lati della mia medaglietta. Si tratta di una singola, ma importantissima frase: "La goccia scava la pietra", cosicché dovunque la giri, sia sempre la stessa benevola speranza.
Già, io sono uno degli inguaribili sognatori che vive di speranza! Forse perchè nessuno mi ha mai regalato niente, forse perché me la son sempre dovuta cavare da solo, forse perchè so e riconosco i fantasmi dell'insoddisfazione nella mia vita. Ma non mi nascondo da essi, li cerco, li faccio miei compagni, non per autolesionismo, non perchè ledano la mia autostima ma perchè, riconoscendo e accettando i miei punti deboli so dove posso rimediare. E nessuno, nessuno mai in questo modo, potrà usare le mie debolezze contro di me. 
E' questo il lato buono della verde medaglia. Il coraggio, non il coraggio di sopravvivere ma il coraggio di Vivere.
Questa medaglietta mi è stata regalata dalla persona per me più importante, la persona che ha avuto fiducia in me e nella mia speranza. Non la tolgo e non la toglierò mai, perchè sentirla sul mio petto mi fa sentire vivo. Mi fa capire di cosa vivo: speranza.
T. <3

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